Gli scienziati contro Boris Johnson: “Chiudere una settimana prima avrebbe salvato 20mila vite”
Se il governo inglese avesse deciso di far cominciare il lockdown per il contenimento dell'emergenza Coronavirus anche solo una settimana prima avrebbe potuto risparmiare oltre 20mila vite. Vale a dire, più della metà dei decessi che nel Regno Unito sono arrivati a quota 41.213 dall'inizio dell'epidemia, diventando il secondo paese al mondo per numero di morti Covid-19 dietro solo agli Stati Uniti. E' questa l'accusa rivolta a Boris Johnson da alcuni scienziati, tra i quali David King, ex capo scientifico del governo fino al 2007 che, intervenendo alla trasmissione tv Good Morning Britain ha sottolineato gli errori dell'esecutivo, che avrebbe inizialmente cercato di perseguire una politica improntata al raggiungimento dell'immunità di gregge solo per far andare avanti l'economia. Le parole di King fanno da eco a quelle di Neil Ferguson, l'epidemiologo dell'Imperial College di Londra che con i suoi studi sugli effetti Coronavirus ha fatto cambiare idea al primo ministro sull'introduzione del blocco per frenare la diffusione del contagio, il quale avrebbe comunque sottostimato le perdite causate da quel ritardo.
Nel Regno Unito il lockdown è cominciato il 23 marzo, dopo che proprio il modello elaborato dall'esperto dell'Imperial College aveva parlato di oltre mezzo milione di morti se il virus avesse continuano a circolare incontrollato. Ma proprio il professor Ferguson, soprannominato "Professor Lockdown", ha affermato nel corso di un intervento tenuto ieri davanti alla commissione scientifica della Camera dei Comuni che, con il senno di poi, decine di migliaia di vite avrebbero potuto essere salvate se il blocco fosse arrivato anche solo una settimana prima. "I contagi raddoppiavano ogni 3 o 4 giorni prima del lockdown. Quindi, possiamo dire che se avessimo introdotto queste misure di blocco una settimana prima, avremmo ridotto il bilancio delle vittime di almeno la metà", puntando il dito contro gli scarsi controlli agli aeroporti, soprattutto nei confronti dei passeggeri provenienti da Spagna e Italia, all'epoca tra i paesi più colpiti al mondo, che avrebbero dato una accelerazione alla diffusione dell'infezione.
E King ha confermato. "A questo punto credo di poter dire che avremmo avuto solo 10mila decessi se avessimo chiuso tutto sette giorni prima. Il Primo ministro pensava invece all'immunità di gregge, mentre altri Paesi già avevano cominciato il confinamento". Ma Boris Johnson si è difeso, affermando al termine di una riunione a Downing Street tenutasi la scorsa notte che "è ancora troppo presto per giudicare e che non è possibile rispondere a tutte le domande su eventuali errori nella gestione dell'emergenza. Naturalmente dovremmo guardarci indietro e imparare quanto più possibile da ciò che abbiamo vissuto".