“Gli occidentali vivono come zombie in un sogno”: l’ultimo discorso in Tv di Darya, figlia di Dugin
"L'Occidente vive in un sogno legittimato dalla sua egemonia sul resto del mondo. Per andare avanti e sentirsi rilevanti, le persone devono nutrirsi di questo conflitto con l'Ucraina, scegliere dei buoni e dei cattivi".
Queste sono alcune delle ultime frasi dette in Tv da Darya Dugina, la figlia di Aleksandr Dugin morta nella serata di sabato 20 agosto in seguito all'esplosione della sua auto.
La giornalista e analista di geopolitica ha a un talk show russo sul conflitto in Ucraina pochi giorni prima dell'attentato. Durante il suo discorso ha affermato che il popolo occidentale "vive in un sogno" legittimato da una "presunta egemonia sul mondo".
"Se le persone si accorgessero di cosa sta davvero accadendo – ha sottolineato nel corso del suo intervento – sarebbe un problema per i loro governi. Andrebbero riallineate. Non sanno di cosa stiamo parlando: pochi giorni fa Fox News fermava gli americani per strada chiedendo loro di indicare su una mappa la Russia e l'Ucraina. Le persone non sapevano dove fossero collocati i due Paesi e indicavano l'Australia. Nonostante ciò, erano comunque sicure del fatto che Mosca fosse cattiva".
Darya Dugina ha continuato la sua invettiva contro l'Occidente definendolo "società di zombie". "Una politica zombie pensata per altri zombie. Si tratta di una società basata sull'apparenza".
La figlia del politologo e filosofo Aleksandr Dugin ha definito in più occasioni gli ucraini "subumani da conquistare", sulla scia del pensiero di suo padre che nel 2014 inneggiò al loro genocidio. La 30enne è l'autrice di "Z", un libro sulla guerra in Ucraina che avrebbe dovuto uscire a giorni.
Ancora nulla si sa sulle dinamiche della morte della giovane donna, ma l'ipotesi più accreditata è quella di un attentato ai danni del padre che avrebbe dovuto viaggiare nella sua stessa auto.
I due infatti erano di ritorno da un evento pubblico e Dugin aveva scelto all'ultimo minuto di salire a bordo di un'altra vettura.
Mosca ha accusato Kiev di aver commissionato l'attentato, ma il presidente Zelensky ha negato qualunque coinvolgimento dell'Ucraina. Secondo la polizia russa, l'ordigno esplosivo nell'auto della donna è stato fatto esplodere a distanza.
L'attacco ha sottolineato l'esistenza apparente di una falla nella rete dell'intelligence russa. Il Cremlino, pur negando la rilevanza di Dugin nelle decisioni del governo, ha promesso reazioni "forti e decise" per quanto avvenuto nella notte di sabato.
Il politologo non aveva mai ricoperto incarichi ufficiali, ma i suoi scritti erano stati di profonda ispirazione per la politica estera espansionistica di Mosca.
L'uomo, definito più o meno correttamente "l'ideologo di Putin", era molto vicino all'ambiente del presidente russo, ma la sua "collaborazione" con il Cremlino è sempre stata negata e respinta dal governo.
Il filosofo era infatti definito dalla stessa stampa nazionale "troppo estremista" e le sue affermazioni sul genocidio degli ucraini gli erano costate la cattedra all'Università di Mosca nel 2014.