Gli indignados sfilano in tutto il mondo, ma gli incidenti solo a Roma [FOTO]
La protesta ispirata al movimento Occupy Wall Street di New York e a quelle degli indignados spagnoli si sono diffuse nelle città di tutto il mondo, ieri, 15 ottobre giornata dell'indignazione universale. Decine di migliaia di persone hanno marciato è andato a Parigi, Londra, Francoforte, Madrid , Sydney e Hong Kong con l'obiettivo di "promuovere il cambiamento globale" contro il capitalismo e le misure di austerità. Un totale di 951 città in 82 Paesi del mondo hanno espresso la loro “rabbia” contro la precarietà, il sistema finanziario e la crisi economica.
Scene straordinarie nella Grande Mela , dove almeno 10.000 manifestanti si sono radunati a Zuccotti Park dove giovani universitari, famiglie, lavoratori precari e anche turisti che hanno solidarizzato con il movimento festoso e pacifico, hanno avanzato compatti davanti alle sedi della Chase Bank, in segno di solidarietà dei circa 14mila impiegati licenziati dall’azienda. E' questo il motivo che ha spinto gli indignados anti-Wall Street a travestiti da banchieri. Con giacca, pantaloni e cravatte in stile conservatori New York ha marciato portando cartelli che sostenevano "Siamo il 99 per cento" oppure "Mister Obama, abbiamo bisogno del tuo sostegno". Transenne, elicotteri in volo e centinaia di poliziotti pronti a sfrattarli, ma alla fine tutto è andato secondo i piani (si segnalano solo due arresti in seguito al tentativo di forzare il cordone di polizia).
Immagini che stridono tantissimo con quanto accaduto a Roma. La Capitale si è risvegliata con le ossa rotta. Il centro della città è stato messo a ferro e fuoco da cinquecento incappucciati, che hanno fatto propria una manifestazione di oltre 100mila persone giunte da tutte Italia (e non solo) che procedeva in maniera pacifica e – con una tecnica che si potrebbe definire "militare" – l'hanno stravolta. Il bilancio è di una settantina i feriti, tra polizia e manifestanti. Un militante di Sinistra Ecologia e Libertà ha perso le dita di una mano a seguito dell'esplosione di una bomba carta, mentre cercava di allontanare i facinorosi.
Qualche protesta anche a Berlino davanti al Bundestag. In migliaia si sono accampati davanti al Parlamento tedesco per chiedere la fine del capitalismo. A Francoforte, capitale finanziaria d'Europa, circa 5.000 persone hanno protestato davanti alla BCE. A Madrid, decine di migliaia di persone ha preso parte a una manifestazione a piazza Puerta del Sol, sede del Movimiento 15-M, nato lo scorso maggio mentre l'economia della Spagna vacillava, e poi propagatosi in tutto il Vecchio Continente. A Londra più di 2.000 manifestanti si sono riuniti di fronte alla cattedrale di St Paul. Tra i contestatori anche Julian Assange. Il fondatore di Wikileaks è riuscito ad arrivare fino al sagrato della basilica da dove ha arringare la folla, che lo ha accolto con urla di giubilo e applausi scroscianti. Assange, che è ancora agli arresti domiciliari, si è poi dileguato protetto dalle sue guardie del corpo. A Bruxelles, cuore delle istituzioni europee, sono arrivati giunti 6.000 indignados, il doppio rispetto alle aspettative degli organizzatori.
La giornata della rabbia si è estesa fino all' America Latina: in Cile, migliaia di indignati hanno marciato pacificamente nel centro di Santiago; in Messico, circa 500 persone sono scese nelle strade della capitale. Nelle nazioni asiatiche, dove le ricadute della crisi bancaria è stata meno grave, si segnalano manifestazioni in Giappone dove hanno sfilato in centinaia a Tokyo, per protestare anche contro il nucleare. Nelle Filippine, invece, un piccolo gruppo di manifestanti si è diretto verso l'ambasciata americana urlando slogan contro «l'imperialismo americano». E ancora, la mobilitazione ha visto protagonisti anche gli aborigeni australiani che a Sidney hanno sfilato insieme ad altre duemila persone fuori dalla banca centrale.