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Attentato a Donald Trump in Pennsylvania

Gli allarmi ignorati e le falle della sicurezza: a che punto sono le indagini sull’attentato a Trump

La telefonata del padre di Thomas Matthew Crooks alla polizia prima dell’attentato e le segnalazioni del pubblico ignorate per minuti Il punto sulle indagini sull’attentato a Donald Trump, avvenuto avvenuto il 13 luglio 2024, mentre teneva un comizio elettorale in una fiera agricola a Meridian, nella periferia ovest di Butler, in Pennsylvania.
A cura di Davide Falcioni
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A poco meno di una settimana dall'attentato all'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante un comizio elettorale in Pennsylvania le autorità stanno ancora cercando di ricostruire l'esatta dinamica dei fatti, le falle nel sistema di sicurezza che avrebbe dovuto proteggere il candidato repubblicano alla Casa Bianca e soprattuto il movente che ha indotto Thomas Matthew Crooks a premere il grilletto, e che resta tuttora assolutamente ignoto.

Thomas Matthew Crooks
Thomas Matthew Crooks

Le falle del sistema di sicurezza che avrebbe dovuto proteggere Trump

Gli investigatori dell'FBI stanno analizzando video, fotografie e testimonianze su quello che è accaduto nei minuti e nelle ore che hanno preceduto l'attacco: di certo il Secret Service degli Stati Uniti era stato avvertito dalla Pennsylvania State Police di una persona sospetta con in mano un telemetro, ma apparentemente disarmata, alle 17:51 di sabato, circa 20 minuti prima che Crooks premesse il grilletto mirando alla testa di Trump. Un video ripreso con un cellulare mostra anche i partecipanti al raduno che indicano l'attentatore, in seguito identificato proprio come Thomas Matthew Crooks, e cercano di avvisare le autorità della sua presenza. La segnalazione è stata effettuata ben due minuti prima che il giovane aprisse il fuoco sull'ex presidente: ci sarebbe stato dunque tutto il tempo per proteggere Trump in primis non facendolo uscire allo scoperto.

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Per questo i servizi segreti statunitensi stanno ora cercando risposte alle domande sulle carenze che hanno permesso al tiratore di sparare dal tetto di un edificio distante circa 150 metri dal palco del comizio di Trump. Le indagini si stanno concentrando sull'uomo armato e sul movente, ma anche su come sia stato possibile che il tentativo di assassinio sia potuto avvenire.

Thomas Crooks ucciso 26 secondi dopo aver sparato a Trump

Di sicuro, è emerso che l'intervento delle autorità USA è stato tempestivo dopo l'attentato. Thomas Crooks infatti è stato ucciso a colpi di arma da fuoco 26 secondi dopo aver sparato il suo primo colpo su Donald Trump. I dettagli, forniti durante un briefing con l'FBI, affermano che i cecchini hanno avvistato per la prima volta Crooks sul tetto dell'edificio in cui si era appostato alle 17:52, 20 minuti prima del primo sparo. Undici secondi dopo il primo colpo, avvenuto alle 18:12, gli snipers hanno localizzato Crooks. Altri 15 secondi dopo, il giovane è stato ucciso.

L'avvertimento del padre di Crooks alla polizia prima dell'attentato

Un altro elemento particolarmente interessante è emerso nelle ultime ore. Stando a quanto riporta la BBC il padre di Thomas Matthew Crooks ha chiamato la polizia prima dell'attentato di sabato perché era preoccupato per il figlio. La telefonata è uno dei tanti segnali d'allarme apparentemente ignorati dalle forze dell'ordine, in particolare i servizi segreti statunitensi, che probabilmente avrebbero potuto quanto meno tenere d'occhio il ventenne: se l'avessero fatto si sarebbero certamente accorti che stava trasportando un fucile Ar-15 a un comizio elettorale di Donald Trump.

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