Gli 007 Usa: “C’è l’Ucraina dietro l’omicidio di Darya Dugina, figlia dell’ideologo di Putin”
Secondo l'Intelligence americana, dietro l'omicidio di Darya Dugina, figlia del filosofo ultranazionalista russo Alexander Dugin, vicino a Putin, uccisa ad agosto in un attentato, ci sarebbe il governo ucraino.
È questa l'indiscrezione lanciata questa sera dal New York Times, che ha citato una fonte americana bene informata dei fatti.
La quale avrebbe anche aggiunto che gli Stati Uniti "non hanno preso parte all'attacco, né fornendo informazioni né altre forme di assistenza".
I servizi Usa inoltre non sarebbero stati a conoscenza nemmeno dell'operazione.
La fonte che parlato con il New York Times non ha rivelato quali elementi del governo ucraino siano i mandanti dell'omicidio della Dugina o se il presidente Voldymyr Zelensky fosse al corrente.
Il vero obiettivo dell'attentato era il padre?
Non è neppure da escludere che il vero obiettivo dell'attentato fosse il padre di Darya.
L'ultranazionalista Dugin da mesi esorta Mosca a intensificare la sue guerra contro l'Ucraina e da sempre è uno dei principali sostenitori di una Russia imperialista.
La risposta di Kiev
Dal canto suo, il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, interpellato dal quotidiano a stelle e strisce ha ribadito che il governo di Kiev non è coinvolto nella morte della figlia di Dugin.
"In tempo di guerra ogni omicidio deve avere un senso, soddisfare uno scopo specifico, tattico o strategico. Dugin non è un obiettivo tattico o strategico per l'Ucraina", ha detto.
Come è morta Darya Dugina
Darya Dugina è morta lo scorso 20 agosto in un attentato a Mosca, quando è stata fatta esplodere la sua auto.
La giornalista e politologa aveva 30 anni.
Sin da subito la Russia ha accusato apertamente l'Ucraina di essere responsabile della morte della ragazza.
"L'esecutrice – si legge in una nota dei servizi segreti russi – è la cittadina ucraina Natalia Vovk, nata nel 1979, arrivata in Russia il 23 luglio insieme alla figlia Sofia Shaban e uscita dal Paese dalla regione Pskov, da dove ha raggiunto l'Estonia".
"Era una bellissima donna ortodossa, una patriota, una giornalista di guerra, un'analista per la televisione centrale e una filosofa – aveva detto il padre in un comunicato riportato dalla Bbc – I nostri cuori bramano non solo la vendetta, a noi serve la Vittoria. E allora vincete, per favore!".