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Regeni, spunta il video dell’incontro col capo del sindacato che lo denunciò

A un anno esatto dalla scomparsa di Giulio Regeni, spunta un video ripreso di nascosto mentre il ricercatore italiano parla con Mohammed Abdallah, il capo del sindacato dei venditori ambulanti del Cairo, che poi lo denunciò. Intanto Amnesty International ha organizzato una giornata di solidarietà e mobilitazione con fiaccolate in serata in diverse città italiane.
A cura di Susanna Picone
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A un anno dalla sua morte spunta per la prima volta un video di Giulio Regeni durante il famoso incontro  con il presidente del sindacato dei venditori ambulanti egiziani, Mohamed Abdallah, che poi lo ha denunciato. A pubblicare il filmato, in cui si vede bene il volto del ricercatore friulano ma che chiaramente è stato girato di nascosto e  all'insaputa di Regeni, è stata una tv egiziana. Nel video si sente la voce di Regeni parlare in buon arabo e l'altro uomo che parla egiziano e che evidentemente tiene un telefonino seminascosto. I due discutono di informazioni che Regeni aveva chiesto.  Nel dialogo trasmesso dall'emittente "Sada El Balad", l'uomo in particolare chiede denaro per curare la propria moglie malata di cancro, ma Regeni rifiuta di darlo e prospetta però la possibilità di finanziare la raccolta di "informazioni" sul sindacato e i suoi "bisogni".

Il sindacalista dice "mia moglie ha il cancro e deve subire un'operazione e io devo cercare denaro, non importa dove". Regeni però risponde: "il denaro non è mio. Non posso usare soldi per nessun motivo perché sono un accademico". Quando Abdallah insiste, il ricercatore replica che i soldi "arrivano attraverso la Gran Bretagna e il centro egiziano che lo dà agli ambulanti". "Bisogna cercare di avere idee e ottenere informazioni prima del mese di marzo", dice fra l'altro Regeni nel video . Alla domanda "che tipo di informazioni vuoi?", il ricercatore risponde: "qual è la cosa più' importante per te per quanto riguarda il sindacato e quali sono i bisogni del sindacato. Voglio idee a partire da tale questione, la più importante per noi, e poi si potranno sviluppare le idee".

Il video è stato consegnato alle autorità italiane il 7 dicembre scorso e sarebbe una una sintesi,  circa quattro minuti, del girato totale che corrisponde a un'ora e 55 minuti. L'effettivo colloquio tra Regeni e il sindacalista sarebbe andato avanti per circa 45 minuti. La conversazione risale al 6 gennaio 2016 e, secondo quanto si apprende, sarebbe stata ripresa con una apparecchiatura in dotazione alla polizia del Cairo nascosta in un bottone della camicia di Abdallah. Per gli inquirenti ciò conferma il coinvolgimento della polizia nella realizzazione del video.  In pratica, secondo quanto accertato da inquirenti ed investigatori italiani, il capo del sindacato degli ambulanti avrebbe denunciato Regeni alla polizia prima del 6 gennaio, dunque prima del colloquio videoripreso, e non il 7 gennaio come indicato in un primo momento dai magistrati egiziani ai colleghi romani, forse perché' tratti in inganno dalla stessa polizia. Dopo la denuncia di Abdallah la polizia si sarebbe d'accordo col sindacalista per girare il video. Per gli inquirenti romani è fondamentale il fatto che il ricercatore universitario propone al sindacalista un progetto di finanziamento di 10mila sterline a favore delle iniziative degli ambulanti ma si mostra inflessibile alle proposte di Abdullah di destinare il denaro ad altri scopi ovvero un intervento medico per la figlia o per scopi politici.

Ok dell’Egitto all’invio di esperti italiani per l’analisi dei video

A distanza di un anno dalla scomparsa di Giulio Regeni, avvenuta il 25 gennaio 2016, e ritrovato morto il 3 febbraio al Cairo, si cerca ancora la verità su che cosa accadde al giovane ricercatore friulano. Il procuratore generale egiziano, Nabil Ahmed Sadek, ha detto sì alla richiesta della procura italiana di inviare in Egitto degli esperti italiani ed esperti dell'unica azienda tedesca specializzata nel recupero dei dati delle telecamere di sorveglianza per analizzare quella relative alla stazione della metropolitana nella zona di Dokki, al Cairo, dove Regeni passò prima di scomparire il 25 gennaio 2016. Lo riferisce l'agenzia Mena.

“Sicurezza smise di seguire Regeni” – Nel frattempo è emerso – sempre secondo quanto riferisce l’agenzia ufficiale Mena – che “gli organi di sicurezza egiziana smisero di seguire” Regeni dopo che, in base alla conversazione col rappresentante degli ambulanti “registrata da quest'ultimo e avvenuta prima della scomparsa del ricercatore italiano”, “era emerso che la sua attività non riguardava la sicurezza nazionale egiziana”. L’agenzia ricorda che “in occasione dell'ultimo incontro a Roma, la delegazione della procura egiziana aveva consegnato a quella italiana le copie dei documenti richiesti dall'Italia e un Cd con la conversazione tra Regeni e il rappresentante degli ambulanti”.

Un anno dalla scomparsa di Giulio Regeni – Intanto in Italia, in occasione del primo anniversario della scomparsa di Giulio Regeni, Amnesty International ha organizzato una manifestazione nazionale a Roma in ricordo del ricercatore italiano ucciso in Egitto. L’iniziativa si terrà il 25 gennaio all’università La Sapienza e si aprirà alle 12.30, spiega Amnesty International, con il saluto del rettore Eugenio Gaudio. Alle 19.41, ora della scomparsa di Regni, si terranno poi fiaccolate in varie città, a partire dalla capitale.

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