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Omicidio Giulio Regeni

Giulio Regeni: la verità costa. Ma quanto vale, la verità?

Mentre i genitori di Giulio Regeni oggi in conferenza stampa hanno dato una lezione di dignità e forza al resto del mondo è passato quasi inosservato l’intervento dell’eurodeputato del PD che su Libero ci avvisa che la verità costa. Ecco, appunto: quanto vale la verità su Giulio Regeni?
A cura di Giulio Cavalli
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Che monumento alla dignità che sono stati i genitori di Giulio Regeni, oggi, alla conferenza stampa organizzata oggi in Senato. Una madre che fatica a riconoscere il figlio all'obitorio è il certificato più inconvertibile di una morte sfracellata, consumata, torturata a lungo eppure la compostezza nel suo raccontarlo è da vestale dell'amore filiale: un figlio con il viso con dentro "tutto il male del mondo" è un buco che gocciola finché non si copre con la verità. Già, la verità: gli italiani, le associazioni, gli egiziani, gli amici di Giulio e un pezzo di Parlamento la invocano a gran voce, l'appendono sui balconi, la condividono in rete. C'è sete di verità. "Per fortuna, non fermatevi" dice l'avvocato della famiglia.

Intanto, in un intervento su ‘Libero Quotidiano', l'eurodeputato del PD Antonio Panzeri dopo un panegirico sull'Egitto e i suoi depistaggi scrive la teoria più realista del re: «Una cosa però è bene considerarla: se come molti credono c' è stata una responsabilità dei servizi segreti e se magari sussiste un conflitto interno fra diverse espressioni del regime, allora sarà molto difficile ottenere pieno accesso alle informazioni. Considerare questo elemento non significa abbandonare la ricerca della verità, che è doverosa. Ma capire che questa verità non sarà raggiunta facilmente e che conoscerla potrebbe avere un prezzo, ivi compreso mettere in sofferenza le relazioni diplomatiche per l' Egitto e l'Italia.»

Insomma: alzare la voce contro l'Egitto, ci dice l'eurodeputato, costa in termini economici e diplomatici e quindi dobbiamo stare bene attenti. Ammetto di averla dovuta rileggere un paio di volte. Invece è proprio così: quanto siamo disposti a pagare per la verità su Giulio? Questa è la domanda. E di colpo, affiancando il dolore dei genitori e questa diplomazia da accattoni ci si accorge del chiaroscuro in cui la vicenda Regeni continua a galleggiare: davvero il governo pensa che basti alzare la voce per ottenere la verità? E soprattutto: ma davvero qualcuno pensa che la verità non costi?

C'è qualcosa di sinistro nell'improvvida uscita dell'eurodeputato piddino: la pretesa che la politica si possa muovere senza prendersi la briga di spostare l'esistente. Scrivere una frase del genere significa ritenere ciò che non è internamente politico come un fastidioso ronzio da tenere a bada, significa imporre un "lasciare fare a loro" senza avere troppe pretese o peggio riancorarsi alla superata idea che la politica abbia delega in bianco per muoversi in campo internazionale. Ebbene no, onorevole Panzeri: il fastidio per i cittadini (e per i "costi" dei loro desideri) è espressamente il ruolo di cui anche lei è incaricato, illustrare il mercimonio che sta sotto alla ricerca di una verità vera è l'obbligo morale della politica. Appunto.

E allora sarebbe il caso forse che Renzi o chi per lui ce la facesse anche in questo caso una di quelle belle conferenze stampa tutte slides colorate, spiegazioni terra a terra e ottimismo farcito: un elenco chiaro delle azioni che si è pronti a mettere in campo per cercare di ripulire questa storia tutta intorno a questi due genitori così forti. Quanto vale la verità su Regeni? Questa è la domanda su cui farci un editoriale.

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