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Omicidio Giulio Regeni

Giulio Regeni, i genitori contro Al-Sisi: “Dimostri solidarietà coi fatti, non a parole”

“La solidarietà Al Sisi la dimostri coi fatti e non con le parole”, hanno detto i genitori di Giulio Regeni a proposito del fatto che il presidente egiziano ha detto di aver apprezzato le dichiarazioni positive del premier Renzi e di essere solidale con la famiglia del ricercatore ucciso al Cairo.
A cura di Susanna Picone
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“La solidarietà il presidente Al Sisi la dimostri coi fatti e non con le parole”: è quanto dicono Paola e Claudio, i genitori di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso lo scorso febbraio in Egitto. La famiglia del ragazzo ha commentato le parole del presidente egiziano che in alcune interviste a giornali egiziani ha dichiarato di aver apprezzato le dichiarazioni positive del premier italiano Matteo Renzi e di essere solidale con la famiglia Regeni. “Non capiamo a quali dichiarazioni positive faccia riferimento Al Sisi né a quale solidarietà alluda”, così i familiari di Regeni hanno dichiarato tramite il loro legale Alessandra Ballerini ricordando che ad oggi “le indagini sono ancora una fase di stallo e nessuna risposta concreta ci è stata fornita dalle autorità egiziane”. “Non sono stati consegnati gli atti richiesti dai nostri avvocati alla procura egiziana – hanno spiegato ancora Paola e Claudio Regeni -, non è stata fornita alcuna risposta circa la nostra pubblica domanda riguardo la veridicità di quanto affermato nel dettagliato dossier consegnato da un anonimo alla nostra ambasciata a Berna e infine non è stata minimamente presa in considerazione la nostra richiesta di libertà e giustizia per il nostro consulente Ahmed Abdallah, presidente della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (Ecfr), che si trova in carcere dal 25 aprile e che ha anzi subito recentemente una gravissima aggressione in cella ed è stato privato dei libri che aveva con sé”.

Le parole del presidente egiziano sul caso Regeni – “Gli italiani – aveva detto Al-Sisi nelle interviste – apprezzano la nostra collaborazione con loro e il nostro impegno per arrivare alla verità. Siamo solidali con la famiglia. Vi è una cooperazione tra investigatori dei due Paesi. Lo scambio di visite tra le delegazioni popolari ha aiutato a mostrare l'immagine della cooperazione italo-egiziana. Anche se le indagini in materia sono in corso, alcuni media hanno avuto un ruolo nel complicare il caso”.

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