Giulio Regeni, Egitto corregge il tiro: “Vogliamo collaborare con l’Italia”
Dopo la dubbia ricostruzione dei cinque rapitori che avrebbero sequestrato Giulio Regeni e che sono stati uccisi dalla polizia il ministro degli Esteri egiziani ha detto che la volontà di collaborare non è venuta meno. Sameh Shoukry in un’intervista ha assicurato che il suo Paese “lavora con trasparenza” alle indagini sulla morte del giovane ricercatore italiano ucciso al Cairo e “vuole collaborare a fondo con l'Italia”. Non abbiamo alcun interesse, ha detto il ministro egiziano, che gli italiani abbiano dubbi e ne risentano le relazioni: “L’Italia è un partner importante”, ha affermato. “Ciò che sta accadendo è un caso isolato”, ha detto ancora, “non merita questa esagerazione anche se è una realtà da affrontare”. Dopo che lo stesso ministero dell'Interno egiziano aveva ammesso che il caso Regeni non è chiuso con il ritrovamento dei documenti del giovane nell'appartamento di un familiare di un rapinatore ucciso, il capo della diplomazia del Cairo si è detto certo che l'identificazione e l'incriminazione dei colpevoli dell'omicidio dissiperà “le nuvole, proverà che la giustizia egiziana funziona”. Shoukry ha comunque ribadito che “ci sono molti interrogativi sulle circostanze della scomparsa” del giovane ricercatore italiano, il “cui corpo è stato scoperto proprio il giorno in cui il ministro italiano per lo sviluppo economico era al Cairo con una delegazione”.
A confermare che le autorità locali continueranno a indagare sulla morte di Giulio Regeni è arrivata oggi anche la precisazione del portavoce del ministro dell'Interno egiziano, il generale Abu Bakr Abdel Karim. Non abbiamo modificato le nostre posizioni. La ricerca per l'assassino di Giulio Regeni è ancora in corso e le autorità italiane saranno aggiornate sugli sviluppi", ha spiegato infatti il rappresentante del governo egiziano in un'intervista andata in onda sull'emittente Mbc, sconfessando di fatto la versione della banda di criminali specializzati nel rapimento di stranieri. " a quando sono arrivati gli investigatori italiani c'è una costante collaborazione con loro e li informiamo di tutti gli sviluppi sul caso" ha assicurato il portavoce, tenendo a sottolineare però che "non c'è stato alcun cambiamento dopo le pressioni del governo italiano"
Il commento di Renzi – Dopo le notizie giunte dall’Egitto nei giorni scorsi, è tornato a commentare il caso Regeni anche il premier Matteo Renzi che nella sua e-news ha detto che l’Italia “non si accontenterà di verità di comodo”. “Potremo fermarci solo davanti alla verità”, ha scritto il premier che ha definito comunque un passo in avanti importante il fatto che le autorità egiziane abbiano accettato di collaborare e che i magistrati locali siano in coordinamento con i nostri.