Gisèle Pelicot parla dopo la sentenza: “Prova difficile, mai pentita del processo a porte aperte”
"Non mi sono mai pentita" di avere rifiutato un processo a porte chiuse. A dichiararlo, poco dopo la sentenza di condanna per il marito e gli altri suoi stupratori, è Gisèle Pelicot. La 72enne, diventata un simbolo in Francia anche per aver scelto di apparire in un processo così delicato, ha preso la parola davanti al tribunale di Avignone dopo che è stata emessa la sentenza per le violenze sessuali.
L’ex marito Dominique Pelicot, 72 anni come lei, è stato riconosciuto colpevole e condannato alla massima pena prevista, 20 anni, e sono stati condannati anche tutti gli altri imputati, uomini che su “invito” di Pelicot hanno stuprato la moglie incosciente. "È con profonda emozione che vi parlo oggi, questo processo è stato una prova molto difficile", le prime parole di Gisèle Pelicot.
Davanti ai giornalisti ha detto di rispettare la sentenza dei giudici, che è stata criticata da alcuni movimenti femministi perché considerata troppo morbida. Gisèle Pelicot ha rivolto un pensiero anche alle vittime non riconosciute di violenze sessuali, pur dicendo di avere fiducia in un futuro di armonia tra donne e uomini. "Penso alle vittime non riconosciute, le cui storie spesso rimangono nell'ombra. Voglio che sappiate che condividiamo la stessa lotta", ha detto la donna. E ancora, Pelicot ha sottolineato di avere "ora fiducia nella nostra capacità di cogliere collettivamente un futuro in cui tutti, donne e uomini, possano vivere in armonia, con rispetto e comprensione reciproca".
Rispetto alla sentenza di oggi, un membro della famiglia Pelicot aveva dichiarato che i tre figli della vittima erano rimasti “delusi” dalle pene pronunciate dai magistrati nei confronti dei 51 imputati nel processo, a loro avviso troppo lievi. Per alcuni di loro sono arrivare pene più basse rispetto a quelle che erano state richieste. Secondo un conteggio dell'emittente Franceinfo, dei 51 uomini condannati nel processo per gli stupri di Mazan, 41 andranno subito in carcere. Di questi 41 uomini, 18 sono comparsi davanti al tribunale di Vaucluse durante la detenzione preventiva, tra cui Dominique Pelicot. Gli altri 23 sono stati messi in custodia cautelare. Degli altri condannati, 6 sono ancora a piede libero.