Giovani “emo” torturati e uccisi: accade a Baghdad, ma le autorità smentiscono
Ascoltare musica "emo" o importare abitudini dall'Occidente è punibile con la morte, in Iraq. E' quanto sostenuto fonti locali e l'agenzia Reuters: numerosi teenager sarebbero stati lapitadi o uccisi a bastonate perché fan della musica "emo", un genere che nasce dalla tradizione punk americana. La moda che dilaga tra i giovani iracheni ha scatenato una reazione furiosa da parte del Ministero dell'Interno, che, in una nota, ha definito i teenager "satanisti". Secondo fonti locali, gli agenti avrebbero eseguito controlli a tappeto setacciando le scuole e catturando i giovani. Nonostante le smentite giunte dalle autorità, medici e attivisti presenti a Baghdad confermano l'omicidio di decine di teenager e la circolazione di un volantino su cui sono riportate le esatte dinamiche da seguire: irrompere nelle scuole, identificare i giovani "colpevoli", torturarli e, quindi, ucciderli.
L'avvertimento prima delle aggressioni per i giovani "osceni" – Gli autori degli omicidi avvenuti a Baghdad sarebbero estremiti sciiti che si firmano "Brigate della rabbia". Fonti locali riferiscono che in due ospedali della città sono stati portati 14 cadaveri: tutti riportavano segni di sassate o bastonate. Nei quartieri circolavano volantini con su scritto: "E’ l’ultimo avvertimento a voi, uomini e donne oscene. Se non abbandonate entro quattro giorni queste sporche abitudini, la punizione di Dio si abbatterà su di voi per mano dei mujahedin". La notizia è riportata dall'agenzia Reuters e da fonti locali, ma le autorità ufficiali smentiscono sostendo che si tratta di pura finzione. Eppure, i massimi esponenti sciiti avrebbero invitato i fedeli ad astenersi dalle violenze. Un consigliere dell'ayatollah Sistani, poi, ha denunciato gli omicidi paragonandoli ad "atti di terrorismo".
Numerosi cadaveri negli ospedali di Baghdad – A testimoniare le atrocità ai danni dei teenager iracheni, i cadaveri portati in ospedale. Nove corpi sono stati trasportati, negli ultimi giorni, presso l'ospedale di Sadr, altri tre, invece, all'ospedale al-Kindi. Fonti locali avevano riferito che altri sei giovani, tra cui due ragazze, sono stati feriti gravemente come "avvertimento", un violento invito a cambiare abitudini per evitare la morte. Un medico dell'ospedale al-Kindi è stato intervistato da Reuters: "La scorsa settimana ho firmato i certificati di morte di tre ragazzi, riportavano gravi fratture al cranio, letteralmente fracassato per i colpi subiti". La notizia ha portato alla memoria quanto avvenuto qualche mese fa a Giakarta, in Indonesia, dove numerosi ragazzi punk furono rinchiusi in un campo di rieducazione.