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Guerra in Ucraina

Giovani e senza addestramento: chi sono i soldati della “generazione Putin” che muoiono in Ucraina

Molti dei giovani soldati russi morti in Ucraina non sapevano neppure di andare al fronte: ufficialmente sono partiti per le esercitazioni e mai più tornati.
A cura di Beatrice Manca
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Yegor Pochkaenko, 18 anni, e Yegor Nazarov, 20 anni, foto di Evening Standard
Yegor Pochkaenko, 18 anni, e Yegor Nazarov, 20 anni, foto di Evening Standard
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Hanno vissuto tutta la loro vita sotto il governo di Vladimir Putin prima di morire nella guerra in Ucraina, dove sono stati mandati troppo spesso senza addestramento: sono i giovani soldati della "generazione Putin", nati nel 1999 o nei primi anni Duemila e morti al fronte. Capire il numero delle vittime russe nel conflitto è complicato: la Nato stima tra i 7mila e i 15mila soldati russi uccisi nelle prime quattro settimane di guerra.

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L'esercito russo arruola 134mila nuovi coscritti

Secondo quanto riporta il Washington Post, l'esercito russo ha iniziato venerdì la sua "leva di primavera", con l'obiettivo di arruolare 134mila coscritti: il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha promesso che nessuno, tra le nuove leve, sarà utilizzato nei punti caldi dei teatri di guerra, ma la paura dei giovani e delle loro famiglie resta. Tanto che, secondo la testata, sono aumentate esponenzialmente le richieste di aiuto legale per evitare la leva, obbligatoria per chi ha tra 18 e i 27 anni.

Vladimir Chebotarev, 21 anni, foto Evening Standard
Vladimir Chebotarev, 21 anni, foto Evening Standard

I giovani soldati russi che muoiono in Ucraina

La carta di identità di chi muore al fronte racconta storie molto simili: ragazzi nati quando Putin era già al potere, cresciuti prevalentemente in zone povere del Paese e senza altra scelta se non arruolarsi. David Arutyunyan, per esempio, è nato nel marzo 2003 a Kyakhta, vicino al confine russo con la Mongolia. Il diciannovenne Anatolij Torsunov, nato a Perm, e Aleksej Kuzmin, morto alla stessa età, di Magnitogorsk. Ilya Kubik aveva 18 anni e veniva dalla città di Bratsk, in Siberia. O Yegor Pochkaenko, arrivato dalla Siberia orientale e morto il giorno prima di compiere 19 anni. Molti di loro non sapevano neppure di andare al fronte, riportano i media internazionali: ufficialmente sono partiti per le esercitazioni e mai più tornati. Lo scorso 9 marzo anche il ministero della Difesa russo ha riconosciuto "un errore", ammettendo che alcuni coscritti erano stati inviati in Ucraina. Intanto, però, la leva continua e le condizioni dell'esercito russo sono spesso insostenibili: i soldi promessi per l’ammodernamento delle forze armato, dice l’ex ministro degli Esteri russo Andrei Kozyrev, sono stati "rubati e investiti in yatcht".

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