Giovani e senza addestramento: chi sono i soldati della “generazione Putin” che muoiono in Ucraina
Hanno vissuto tutta la loro vita sotto il governo di Vladimir Putin prima di morire nella guerra in Ucraina, dove sono stati mandati troppo spesso senza addestramento: sono i giovani soldati della "generazione Putin", nati nel 1999 o nei primi anni Duemila e morti al fronte. Capire il numero delle vittime russe nel conflitto è complicato: la Nato stima tra i 7mila e i 15mila soldati russi uccisi nelle prime quattro settimane di guerra.
L'esercito russo arruola 134mila nuovi coscritti
Secondo quanto riporta il Washington Post, l'esercito russo ha iniziato venerdì la sua "leva di primavera", con l'obiettivo di arruolare 134mila coscritti: il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha promesso che nessuno, tra le nuove leve, sarà utilizzato nei punti caldi dei teatri di guerra, ma la paura dei giovani e delle loro famiglie resta. Tanto che, secondo la testata, sono aumentate esponenzialmente le richieste di aiuto legale per evitare la leva, obbligatoria per chi ha tra 18 e i 27 anni.
I giovani soldati russi che muoiono in Ucraina
La carta di identità di chi muore al fronte racconta storie molto simili: ragazzi nati quando Putin era già al potere, cresciuti prevalentemente in zone povere del Paese e senza altra scelta se non arruolarsi. David Arutyunyan, per esempio, è nato nel marzo 2003 a Kyakhta, vicino al confine russo con la Mongolia. Il diciannovenne Anatolij Torsunov, nato a Perm, e Aleksej Kuzmin, morto alla stessa età, di Magnitogorsk. Ilya Kubik aveva 18 anni e veniva dalla città di Bratsk, in Siberia. O Yegor Pochkaenko, arrivato dalla Siberia orientale e morto il giorno prima di compiere 19 anni. Molti di loro non sapevano neppure di andare al fronte, riportano i media internazionali: ufficialmente sono partiti per le esercitazioni e mai più tornati. Lo scorso 9 marzo anche il ministero della Difesa russo ha riconosciuto "un errore", ammettendo che alcuni coscritti erano stati inviati in Ucraina. Intanto, però, la leva continua e le condizioni dell'esercito russo sono spesso insostenibili: i soldi promessi per l’ammodernamento delle forze armato, dice l’ex ministro degli Esteri russo Andrei Kozyrev, sono stati "rubati e investiti in yatcht".