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Guerra in Ucraina

Giornalista russa uccisa da una mina al confine con l’Ucraina: chi era Anna Prokofieva

La corrispondente di guerra di Channel One, Anna Prokofieva, è morta “mentre svolgeva il suo dovere professionale”, ha fatto sapere la stessa emittente. Avrebbe calpestato una mina lasciata dai militari di Kiev, nella regione di Belgorod. Era stata ampiamente criticata per la sua narrazione, strettamente legata alla propaganda russa, e in particolare per aver definito l’Ucraina “Stato 404”, termine informatico che indica un errore.
A cura di Biagio Chiariello
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La giornalista russa Anna Prokofieva, corrispondente di guerra della televisione Channel One, è morta dopo che l'auto sulla quale viaggiava è saltata in aria a causa dell'esplosione di una mina lasciata dai militari di Kiev, nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina. Lo ha riferito l’emittente Channel One e confermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un briefing con i giornalisti. "È morta mentre svolgeva il suo dovere professionale", ha affermato il canale televisivo. Nell'incidente anche un cameraman è rimasto ferito.

Chi era Anna Prokofieva

Prokofieva,  35 anni, si era laureata in Giornalismo presso l'Università Rudn, una delle istituzioni più prestigiose della Russia. Parlando fluentemente lo spagnolo, la sua abilità linguistica le ha permesso di intraprendere una carriera internazionale, lavorando inizialmente per l'edizione spagnola dell'agenzia Rossiya Segodnya. Tuttavia, il suo percorso professionale ha preso una piega decisiva nel 2023, quando è stata chiamata a ricoprire il ruolo di corrispondente di guerra per Channel One, uno dei canali televisivi più importanti e seguiti in Russia.

Nel suo nuovo incarico, Prokofieva ha seguito da vicino i movimenti delle truppe russe, raccontando gli sviluppi del conflitto in Ucraina secondo una visione molto legata alla linea ufficiale del governo di Mosca.

Le sue narrazioni, particolarmente la sua interpretazione degli eventi, sono state oggetto di numerose polemiche. La giornalista, infatti, è stata accusata di essere una fervente sostenitrice della propaganda russa, distorcendo i fatti a favore della visione ufficiale del Cremlino. Una delle sue dichiarazioni più controverse è stata quella di definire l'Ucraina "Stato 404", un riferimento esplicito al codice di errore informatico che indica un "file non trovato", un termine che molti hanno interpretato come un'offensiva riduzione dell'Ucraina a una nazione priva di legittimità o esistenza.

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"Il regime di Kiev prende di mira intenzionalmente i giornalisti russi e mina le loro tutele legali". Queste le parole della portavoce del relativa alla morte della giornalista. "Oggi, il regime terrorista di Kiev prende deliberatamente di mira sia i reporter che quelle norme di diritto internazionale che dovrebbero proteggerli"

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