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Guerra in Ucraina

Gilli (NATO Defense College): “Russi stanchi e col morale a pezzi, difficile che superino l’inverno”

L’intervista di Fanpage.it ad Andrea Gilli, senior Researcher presso il NATO Defense College sulla guerra in Ucraina: “Probabile che le forze di Kiev vogliano almeno provare la controffensiva a Kherson prima dell’arrivo dell’inverno. La Russia sta affrontando problemi crescenti. Direzione dell’Alleanza sarà sempre la stessa: gestire le minacce russe senza arretramenti ma neppure senza farle crescere”.
Intervista a Andrea Gilli
senior Researcher presso il NATO Defense College.
A cura di Ida Artiaco
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"È possibile che a Kherson succeda quella che è successo già a Kharkiv: una significativa e abbastanza rapida controffensiva ucraina. Le forze di Kiev credo vogliano almeno provarci prima dell’arrivo dell’inverno. La NATO? Gestisce le minacce russe senza arretramenti ma neppure senza farle crescere".

Così Andrea Gilli, senior Researcher presso il NATO Defense College, ha commentato a Fanpage.it gli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina, facendo anche delle previsioni, da un punto di vista strettamente personale, su cosa potrà succedere nel prossimo futuro.

Gli 007 inglesi e americani parlano di una ritirata dei russi da Kherson. Crede che se ciò avvenisse si potrebbe andare verso un nuovo corso della guerra in Ucraina?

"Le forze russe si stanno ritirando, anche se ovviamente è difficile valutare l’entità di questa ritirata: da tutto l’Oblast o solo dalla città? È possibile che anche a Kherson accada quanto abbiamo visto a Kharkiv a settembre: una significativa e abbastanza rapida controffensiva ucraina. Ritengo probabile che le forze di Kiev vogliano almeno provarci prima dell’arrivo dell’inverno. Non credo però che una tale controffensiva cambierebbe nettamente il corso della guerra: l’inverno probabilmente congelerà, in tutti i termini, le attuali linee di combattimento. Di sicuro, per le forze russe non sarà facile arrivare fino alla primavera tra freddo, assenza di rifornimenti, morale a pezzi e soprattutto anche le loro retrovie sempre più esposte all’artiglieria ucraina".

Stoltenberg ha dichiarato nei giorni scorsi che "Putin sta fallendo": quali sono gli elementi che possono far credere che effettivamente il conflitto stia andando nella direzione opposta a quella voluta da Mosca?

"Nel Donbass, le forze russe di Wagner sono oramai su linee difensive da cui si era partiti il 24 febbraio. Se guardiamo il territorio ancora sotto il controllo russo, questo continua a diminuire. Allo stesso modo, sappiamo che le truppe russe si trovano in condizioni abbastanza svantaggiose e, in alcuni casi, obiettivamente insostenibili: assenza di uniformi invernali, mancanza di medicine, tende non riscaldate. Quotidianamente arrivano notizie di incidenti o problemi che segnalano la difficoltà di far combattere persone né addestrate né motivate. Anche a livello di mezzi, la Russia sta affrontando problemi crescenti, dovuti sia alle enormi perdite sul terreno che alle sanzioni, che non permettono di ricostituire gli stock esistenti".

Andrea Gilli.
Andrea Gilli.

Le minacce di una guerra nucleare sembrano essersi affievolite nel corso degli ultimi giorni. In ogni caso, l'Alleanza è pronta ad affrontare uno scenario simile?

"La NATO è un'alleanza votata alla sicurezza internazionale. Parte del suo mandato è garantire la sicurezza dei suoi alleati. La Russia, sventolando minacce nucleari, si rivela un attore inaffidabile e irresponsabile. L’obiettivo della NATO, fin dall’inizio del conflitto – e credo che questo sia stato raggiunto con successo – è stato proteggere gli alleati, e quindi evitare l’allargamento della guerra, supportare l’Ucraina nella sua difesa, e sanzionare Mosca per il suo comportamento. Immagino la direzione continuerà ad essere questa, gestendo le minacce russe senza arretramenti ma neppure senza farle crescere. Dalla loro, i Paesi NATO hanno il vantaggio tecnologico e organizzativo, che agisce in maniera efficace da deterrente".

Sempre riguardo al nucleare, è in corso l'esercitazione Steadfast Noon, che era stata programmata prima della guerra in Ucraina. E sempre nel Mediterraneo sono comparse due navi da guerra russe. Cosa sta succedendo?

"La deterrenza richiede capacità. Le capacità vanno regolarmente verificate e migliorate. Queste esercitazioni servono a mantenere addestrate le nostre forze armate così da segnalare a qualsiasi attore la nostra capacità a rispondere. La Russia fa ciò che le riesce meglio: minacciare, far salire la tensione, con lo scopo di intimidire e intimorire le democrazie che vuole scardinare".

L'Ucraina ha presentato richiesta formale per entrare nella NATO? Quali sono le tempistiche e gli step successivi?

"Molto difficile da dire. Ci sono tempi politici e amministrativi. A livello politico, serve l’assenso di tutti gli Alleati: non ho modo di sapere se ci sia un assenso e quanto eventualmente questo potrebbe metterci ad emergere: 1, 10 o 20 anni? Non lo so, né lo posso sapere, perché basta un cambio di governo in un Paese alleato per alterare la situazione. Ciò detto, fin quando la guerra sarà in corso, non credo che l’Ucraina possa entrare nella NATO, ma è un’opinione personale. I tempi amministrativi sono diversi e dipendono da una serie di parametri tecnici, tattici e operativi. Faccio un semplice esempio: essere nella NATO significa avere accesso a documenti secretati. E’ fondamentale che ogni Paese alleato sia in grado di rispettare e mantenere determinati standard di sicurezza. Questi standard devono essere adottati e verificati. Ciò richiede una serie di riforme. In alcuni Paesi può prendere pochi mesi in altri diversi anni".

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