Giappone, nucleare: il rilascio di acqua radioattiva nel mare preoccupa la Corea del Sud
Dopo lo sversamento in mare di acqua radioattiva da parte dei tecnici della Tepco, la società che gestisce l'impianto della centrale nucleare di Fukushima, non stupisce che oggi la Tokyo Electric Power Company abbia comunicato di aver rilevato nell'acqua un livello di radiazioni cinque milioni di volte superiore al limite stabilito dalla legge. Per arginare il pericolo di una contaminazione, il governo del Giappone sta dunque valutando l'ipotesi di imporre restrizioni sugli alimenti provenienti dal mare, dopo il ritrovamento di alcuni pesci contaminati, pescati in un tratto di mare molto più a sud di Fukushima. Qualche settimana fa, anche l'Oms aveva lanciato l'allarme in Giappone per il cibo contaminato dalle radiazioni.
Tuttavia, oggi, il ministro degli esteri giapponese Takeaki Matsumoto ha difeso la decisione di rilasciare nell'Oceano Pacifico l'acqua radioattiva, precisando che questa operazione non viola le leggi internazionali. Secondo il ministro, questa azione non costituisce una significativa minaccia per la salute degli uomini e non viola la convenzione del 1986 sulla rapida notifica degli incidenti nucleari, che obbliga alla diffusione di informazioni quando vi e' il rilascio di radiazioni dannose. Tuttavia i Paesi vicini al Giappone hanno espresso preoccupazione per lo sversamento di acqua contaminata in mare, e in particolare il governo della Corea del Sud chiederà ulteriori spiegazioni al Giappone, e qualora risultasse necessario, verrà richiesto di svolgere dei test sul livello di radioattività dell'acqua marina.
Nel frattempo, l'agenzia Kyodo news ha comunicato che la Tepco sarà tenuta a pagare un primo risarcimento provvisorio alla popolazione residente nella zona attorno alla centrale nucleare di Fukushima, vittima delle radiazioni emesse dagli impianti danneggiati dal terremoto dell'11 Marzo e dal successivo tsunami. Il primo pagamento dovrebbe essere versato entro la fine del mese di Aprile, mentre la somma totale del risarcimento è ancora da concordare con il governo nipponico.