Giappone, nucleare: a Fukushima radiazioni bloccate entro 3 mesi
3 mesi: questo il periodo di tempo necessario affinchè la centrale Daiichi di Fukushima non emani più radiazioni; dai 6 ai 9 mesi serviranno, invece, per stabilizzare in toto i reattori della centrale. Sono le stime diffuse dalla Tepco, la società che gestisce l'impianto nucleare tremendamente colpito dal violento terremoto dell'11 marzo scorso e dal successivo tsunami che hanno messo in ginocchio il Sol Levante.
Soltanto qualche giorno fa si dava notizia che il livello di allerta per la centrale di Fukushima era salito a quota 7 della scala Ines, un limite sinora raggiunto soltanto dal disastro di Cernobyl dell'86, con le tragiche conseguenze che tutti conosciamo. Gli esperti, però, hanno sin da subito provveduto a sottolineare la differenza tra i due avvenimenti: mentre a Fukushima il livello è appena sfiorato, nella centrale ucraina il limite venne abbondantemente superato.
La Tepco, dunque, tiene a rassicurare la nazione e lo fa durante una conferenza stampa tenutasi oggi nella quale ha reso noto il piano attraverso cui gestirà la situazione del reattore nei prossimi mesi: la prima fase sarà voltà a bloccare le radiazioni, poi verrà il recupero dei detriti e infine saranno coperti gli edifici che ospitano i reattori, profondamente danneggiati dalle perdite di idrogeno avvenute nei giorni immediatamente successivi al sisma. Contestualmente a questo piano d'emergenza, il colosso giapponese metterà in atto un piano per la messa in sicurezza dei reattori attraverso il "sistema stabile di raffreddamento dei reattori e delle barre di combustione".
Quella della centrale nucleare di Fukushima è una questione quantomai critica, resa ancor più precaria dalle continue scosse che stanno facendo tremare la terra giapponese, non ultimo il terremoto dell'11 aprile scorso. A margine di questa situazione incerta,durante la medesima confernza stampa in cui la società nipponica rendeva noto il piano d'azione dei prossimi mesi, il presidente Tsunehisa Katsumata, ha palesato la volontà di rassegnare le dimissioni, pur non specificando una data precisa: "Questa è la più grande crisi dalla fondazione della nostra compagnia, 60 anni fa; mettere sotto controllo l'impianto e i problemi finanziari ad esso collegati sono problemi di difficile soluzione". Una soluzione che, però, in tanti attendono con apprensione.