Giappone, il nuovo treno “proiettile” da 320 km/h
Il verde, rosa e bianco del nuovo treno proiettile, gioiello tecnologico delle ferrovie giapponesi, ha riunito oggi centinaia di curiosi nelle stazioni di Tokyo e Aomori, nel nord del Giappone. Al suo debutto, il nuovo treno ha percorso i 714 chilometri che separano le due città in appena tre ore. Con un "muso" lungo 15 metri, simile alla parte frontale di un siluro, l'Hayabusa (in italiano "falco pellegrino") è l'ultimo prodotto dell'ingegneria giapponese applicata alle ferrovie, risultato di 10 anni di ricerche, nonostante la crisi economica che ha colpito il Giappone che dopo decenni è sceso al terzo posto nella classifica delle maggiori economie mondiali.
Un sistema sofisticato gli permette di inclinarsi mantenendo una velocità di 270 chilometri orari anche nelle curve e raggiungendo i 300 Km/h in pochi minuti, mentre un rivestimento speciale su ognuno dei suoi dieci vagoni lo rende molto silenzioso, così come la sua particolare aerodinamica che grazie al suo muso riduce notevolmente i rumori d'entrata ed uscita dalle gallerie.
Per la corsa inaugurale c'è stata una vera e propria corsa ai biglietti con i biglietti di prima classe che sono stati veduti all'asta alla "modica" cifra di 385.000 yen (3.400 euro) più di venti volte il suo prezzo normale. I biglietti più cari sono quelli dell'esclusiva Gran Class, paragonabile alla ciabatte. Ai giapponesi evidentemente piace viaggiare comodi visto che tutti i costosissimi biglietti della Gran Class messi in vendita il 5 febbraio, sui sei treni in servizio nel giorno del debutto, sono andati esauriti in appena 20 secondi, ma molti di essi, tutto il mondo è paese, sono poi ricomparsi nei giorni successivi sulle aste online a prezzi maggiorati.
L'Hayabusa è la serie E5 del treno proiettile e raggiungerà i 320 km/h entro il 2013, permettendo ai viaggiatori della linea Tokyo – Aomori di risparmiare ben 49 minuti. Nei suoi 46 anni di esistenza, il treno proiettile giapponese non ha mai subito un incidente mortale ed i suoi ritardi medi si aggirano sotto al minuto (proprio come in Italia!). E pensare che la sua inaugurazione risale al 1 ottobre 1964, quando l‘alta velocità in Europa e negli Stati Uniti era pura utopia.