video suggerito
video suggerito

Giallo dei sub, sul corpo di Davide Calvia lesioni profonde. “Sembra sia stato selvaggiamente bastonato”

Dall’autopsia di Davide Calvia, è emerso che il sub 38enne, trovato senza vita al largo di Castelsardo, potrebbe essere stato vittima di violenza. Il cugino, Giovannino Pinna, sopravvissuto dopo 30 ore in acqua, è indagato per naufragio colposo.
A cura di Biagio Chiariello
406 CONDIVISIONI
Davide Calvia (a sinistra) e Giovannino Pinto (a destra)
Davide Calvia (a sinistra) e Giovannino Pinto (a destra)

C'è una svolta nelle indagini sulla morte di Davide Calvia, il sub 38enne trovato senza vita al largo di Stintino, a distanza di diversi giorni dalla scomparsa, avvenuta il 12 aprile, nel Golfo dell’Asinara a seguito del naufragio della barca con cui, insieme al cugino Giovannino Pinna, stava facendo una battuta di pesca.

Dall’autopsia sono emersi nuovi dettagli: l’uomo potrebbe essere stato vittima di violenza. Sul corpo sono stati infatti rinvenuti traumi e lesioni che non sarebbero compatibili con l’urto di un’imbarcazione sugli scogli. Una delle ipotesi al vaglio dei magistrati, come si legge sul Corriere della Sera, è che sia stato selvaggiamente bastonato.

Si infittisce ulteriormente di giallo, dunque, il caso dei due sub sardi. La procura di Sassari ha, al momento, iscritto nel registro degli indagati Giovannino Pinna per naufragio colposo e cerca di capire cosa possa essere successo quel 12 aprile.

"Siamo in una barca che sta affondando. Vediamo le ciminiere di Fiumesanto", è la chiamata che, quel pomeriggio, riceve la guardia costiera di Porto Torres. Tuttavia, non è possibile che la richiesta di soccorso sia partita dalla zona di fronte a Fiumesanto, dal momento che la cella che ha agganciato la telefonata è a molti chilometri di distanza.

Ad ogni modo, i soccorsi raggiungono la zona, nel golfo dell’Asinara, fra Porto Torres e Stintino. Di barche però non c'è traccia. Le ricerche daranno i risultati solo intorno alla mezzanotte: viene tratto in salvo Giovannino Pinna. Dopo trenta ore in mare, tre giorni fra la vita e la morte all’ospedale, l'uomo riesce miracolosamente a sopravvivere. Il cadavere del cugino riaffiorerà solo dieci giorni dopo a Lu Bagnu, vicino a Castelsardo.

C'è poi un altro mistero. Pinna e Calvia non possedevano imbarcazioni né risulta che quei giorni fra Stintino e Castelsardo ne abbiano noleggiato una. Il giorno dopo il naufragio invece è stato denunciato il furto di una barca ormeggiata al porto di Porto Torres. Una delle ipotesi che gli investigatori è che l'imbarcazione sia proprio quella utilizzata dai due naufraghi, poi affondata nel Golfo dell'Asinara per cause che sono al momento sconosciute.

I magistrati attendono ora nuovi elementi dalle telecamere dello scalo marittimo di Porto Torres (che già hanno individuato due persone che si aggiravano nelle banchine dov’era ormeggiata la barca rubata) e dall’esame del telefono cellulare dell’indiziato.

Al momento Pinna, fa sapere il suo avvocato Luca Barrocu "sta ancora male, sia fisicamente che psicologicamente. È sotto choc e appena starà meglio sarà a disposizione degli inquirenti per chiarire qualsiasi aspetto dell'incidente. Ha già fornito ai carabinieri una versione dei fatti, ma è disponibile a rispondere a ulteriori domande".

406 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views