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Getta caffè bollente sul viso di un neonato poi fugge: scatta la caccia all’uomo internazionale

La polizia australiana ha dato il via a una caccia all’uomo internazionale per trovare la persona che il 31 agosto ha gettato caffè bollente addosso a un neonato causandogli gravissime ustioni al viso e agli arti.
A cura di Davide Falcioni
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È una vera e propria "caccia all'uomo" internazionale quella promossa dalla polizia australiana per catturare l'individuo accusato di aver gettato volontariamente caffè bollente su un neonato di Brisbane provocandogli gravissime ustioni al viso e agli arti. Il sospetto delle autorità di Camberra è che l'uomo abbia lasciato il Paese e che si sia nascosto all'estero.

La polizia del Queensland ha emesso un mandato di arresto per un trentatreenne accusato di atti volti a causare gravi lesioni personali, capo d'imputazione che prevede una possibile condanna all'ergastolo. Tuttavia, oggi è stato reso noto che il principale sospettato sarebbe partito dall'aeroporto di Sydney sei giorni dopo l'incidente e svariate ore prima che le autorità potessero confermare la sua identità. La sua cattura, quindi, si complica non poco.

I fatti sono avvenuti lo scorso 31 agosto. Il neonato era a un picnic con la sua famiglia in un parco della periferia di periferia di Brisbane quando alcuni testimoni affermano che uno "strano uomo" si è avvicinato, ha svuotato una borraccia sul piccolo poi è fuggito a piedi. Il neonato è stato immediatamente soccorso, prima che un'infermiera fuori servizio lo portasse nel suo appartamento per asciugargli le ustioni con acqua fredda.

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Tuttavia il bambino ha riportato gravi lesioni che hanno già richiesto numerosi interventi chirurgici e i suoi genitori affermano che dovrà affrontare anni di riabilitazione. Il movente dietro l'attacco è ancora ignoto, ha dichiarato ai media l'ispettore Paul Dalton, descrivendo il caso come uno dei "più complessi e frustranti" che abbia mai coordinato. L'investigatore ha confermato che la polizia sapeva in quale Paese era fuggito il sospettato, nonché il suo nome, ma ha affermato che divulgare l'informazione in questo momento potrebbe mettere a repentaglio le indagini.

L'uomo è un lavoratore "itinerante" che si era recato ripetutamente in Australia dal 2019 e aveva indirizzi sia nel Nuovo Galles del Sud che nel Victoria. L'ispettore del dipartimento Dalton ha anche affermato che il sospettato era a conoscenza delle "metodologie della polizia" e che stava "svolgendo attività di controsorveglianza" per eluderle.

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