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Germania: eletto il primo governatore “comunista”

Bodo Ramelow sarà il prossimo governatore della Turingia. Per la prima volta la coalizione al governo sarà “rosso-rosso-verde”. La mossa potrebbe rappresentare la nascita di una nuova coalizione anche a livello nazionale.
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Per la prima volta nella storia della Germania riunificata un Land, ovvero una Regione, sarà guidata da un governo tutto di sinistra. Ma la notizia nella notizia è che il Governatore della Turingia sarà Bodo Ramelow sindacalista cresciuto nella Germania Occidentale ed esponente di primo piano della Linke, la formazione politica tedesca considerata di sinistra radicale e ritenuta il successore politico del Partito comunista tedesco della Ddr. Poche ore fa Ramelow ha twittato che finalmente, dopo settimane di incontri e mediazioni, l'accordo è vicino e che salvo imprevisti verrà nominato come guida della regione appartenente all'ex Germania orientale. L'esito delle consultazioni, tenutesi il 15 settembre scorso, delinearono una situazione di stallo tra i vari contendenti alla guida del Land, dove le urne decretarono un sostanziale pareggio tra lil partito conservatore Cdu, detentrice della guida politica regionale per oltre 24 anni (ovvero dalla caduta del muro di Berlino avvenuto, come si è celebrato pochi giorni fa, il 9 novembre 1989), e le formazioni progressiste di Spd, Verdi e Linke, nonché la straordinaria – in termini politici s'intende – avanzata della formazione antieuropeista Alternativ für Deutschland (d'ora in poi AfD).

I dati elettorali

In termini numerici la Cdu (il partito di Angela Merkel alla guida della nazione inseme alla Spd) ha conquistato il 33.5 per cento delle preferenze (con un incremento del 2.2 per cento), mentre la Linke si era posizionata seconda con il 28.2 per cento (con un incremento dello 0.8 per cento). Male, anzi malissimo, gli esponenti della Spd che raggiungendo il 12.4 per cento delle preferenze hanno registrato un vero e proprio crollo (perdendo rispetto alle precedenti consultazioni del 2009 il 6.1 per cento). Malino anche i Verdi che con il 5.7 per cento delle preferenze hanno perso la metà di un punto percentuale in termini di consenso elettorale. Grande prestazione invece è stata quella di AfD che, sull'onda anche dei risultati ottenuti a livello nazionale e in altri Land, conquistò il 10.6 per cento dei espressi.

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La notizia diffusa nelle scorse ore dallo stesso Ramelow ha, dunque, un doppio significato politico: da un lato rappresenta la volontà da parte delle formazioni progressiste teutoniche di voler lavorare insieme, per la prima volta da 25 anni ad oggi, ad un progetto politico comune mettendo sul tavolo i comuni denominatori che li uniscono e non solo le divisioni storiche e politiche che le caratterizzano; dall'altro lato che il campanello d'allarme relativo all'avanzata di AfD e, in alcune zone, della Ndp (la formazione di estrema destra che, soprattutto in alcune aree della Germania orientale gode ormai di un solido bacino elettorale) sia stato ascoltato e che le formazioni più moderate abbiano deciso di lavorare congiuntamente per evitare la rinascita o la fortificazioni di preoccupanti fenomeni di devianza sociale che, purtroppo, ultimamente hanno fatto capolino troppe vole nelle pagine della cronaca nera e giudiziaria tedesca.

Inoltre per quanto riguarda il primo punto, in base all'opinione più diffusa tra gli analisti tedeschi, il laboratorio politico che potrebbe nascere in Turingia – l'elezione di Ramelow dovrà passare necessariamente per la ratifica del parlamento regionale, durante la sessione del prossimo 5 dicembre dove ogni decisione ed accordo assunto dalle varie segreterie verrà eventualmente ratificata formalmente –, potrebbe essere il luogo di sperimentazione per un programma di più ampio respiro, con l'obiettivo di essere portato a livello nazionale. La Germania si è caratterizzata troppe volte nel corso delle ultime due decadi per i governi di grande coalizione (Große Koalition) che se hanno contribuito a rinsaldare la leadership tedesca in Europa dando prova di eccezionale stabilità e affidabilità, hanno dall'altra parte inficiato la realizzazione di programmi politici più decisi. È possibile affermare che i governi di Berlino di questo periodo siano più facilmente paragonabili a governi tecnici che a governi politici, con evidenti implicazioni pratiche e quindi di stallo in materie di grande contrasto fra le differenti anime della coalizione di governo.

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