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Germania, al via gli scioperi in tutte le fabbriche Volkswagen: “Pronti alla battaglia più dura”

Il potente sindacato metalmeccanico tedesco IG Metall ha proclamato uno sciopero per protestare contro le misure proposte dai vertici di Volkswagen per rilanciare l’azienda: licenziamenti, taglio degli stipendi e chiusure di almeno tre stabilimenti.
A cura di Davide Falcioni
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I lavoratori e le lavoratrici degli stabilimenti Volkswagen in Germania hanno iniziato questa mattina uno sciopero per protestare contro le ricette dei vertici aziendali per tentare di rilanciare il colosso dell'automotive tedesco: tali ricette prevedono, tra l'altro, il licenziamento di migliaia di dipendenti, il taglio degli stipendi e la chiusura di alcuni siti produttivi. La mobilitazione, proclamata dal potente sindacato metalmeccanico tedesco IG Metall, potrebbe assumere proporzioni senza precedenti se i vertici della casa automobilistica e i rappresentanti del personale non riusciranno a raggiungere un accordo sulle misure di riduzione dei costi per ristrutturare il gruppo in crisi. Almeno così ha lasciato intendere l'organizzazione sindacale, che ha minacciato la lotta "più dura che Volkswagen abbia mai visto". Il tutto nel bel mezzo della campagna per le elezioni anticipate in Germania.

Lo "sciopero di avvertimento" è stato proclamato venerdì scorso al termine di un periodo di "dialogo" tra Thorsten Gröger, capo negoziatore del sindacato metalmeccanico, e i vertici dell'azienda. Il muro contro muro ha portato alla mossa obbligata della mobilitazione: "Se necessario, questa sarà la battaglia contrattuale collettiva più dura che Volkswagen abbia mai conosciuto", ha avvertito Gröger, ritenendo il management "responsabile, al tavolo delle trattative, per la durata e l'intensità del confronto".

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Volkswagen ha immediatamente replicato cercando di riallacciare i rapporti. Il gruppo di Wolfsburg ha affermato di "rispettare i diritti dei dipendenti" e di credere nel "dialogo costruttivo", secondo il principio della cogestione, per "raggiungere una soluzione sostenibile e sostenuta collettivamente". Parole che al momento però non hanno fatto breccia tra i lavoratori.

L'intero gruppo Volkswagen conta in Germania dieci stabilimenti di produzione di automobili e circa 300mila dipendenti, di cui 120mila del marchio VW, il più colpito dal piano di risparmio. Un progetto di fronte al quale IG Metall si è detta pronta "per un conflitto sociale come non si verifica da decenni nella Repubblica Federale". Il principale produttore europeo ha lanciato nei mesi scorso una campagna di abbattimento dei costi senza precedenti, puntando a risparmiare diversi miliardi di euro per migliorare la propria competitività. Tra le proposte messe in campo ci sono la chiusura di almeno tre stabilimenti, il licenziamento di migliaia di lavoratori e un taglio degli stipendi del 10%.

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