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La morte di George Floyd in Usa

George Floyd, ancora proteste in tutti gli USA. Arrestata la figlia del sindaco di New York

Proseguono senza sosta le proteste per l’uccisione di George Floyd da parte di un agente di polizia di Minneapolis: scontri e violenze in tutti gli Stati Uniti, arrestata anche Chiara De Blasio, la figlia del sindaco di New York. Alcuni agenti però solidarizzano con i manifestanti in diverse città.
A cura di Davide Falcioni
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Continuano nelle vicinanze della Casa Bianca gli scontri tra la polizia e i manifestanti che protestano dopo la morte di George Floyd, l'afroamericano morto la scorsa settimana a causa durante un arresto da parte di un agente di polizia. Sfidando il coprifuoco, i dimostranti sono rimasti in zona e ogni tanto tornano a fronteggiare gli agenti schierati in linea con scudi e manganelli. I poliziotti hanno usato diverse volte i lacrimogeni, i gas urticanti e le granate stordenti per disperdere la folla. Alcuni manifestanti hanno acceso diverso roghi e danneggiato alcuni edifici.

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Le minacce di Donald Trump, che due giorni fa aveva annunciato che se i manifestanti fossero riusciti a oltrepassare le recinzioni della Casa Bianca sarebbero stati accolti da cani feroci, non hanno fatto che gettare benzina sul fuoco e incrementare ulteriormente la rabbia dei contestatori, che dal Presidente degli Stati Uniti si sarebbero attesi parole di condanna verso l'ennesimo omicidio verso un afroamericano piuttosto che minacce ai manifestanti: una rabbia tale da aver convinto venerdì sera gli agenti del secret service a portare Trump al sicuro in un bunker sotterraneo della Casa Bianca per quasi un'ora, quando la protesta si era infiammata davanti alla presidenza. Lo scrive il New York Times.

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Le proteste stanno infiammando non solo Minneapolis – dove è avvenuta la tragedia – e Washington ma anche New York, dove migliaia di persone sono scese in piazza, in particolare a Manhattan e a Brooklyn. Sono già stati registrati alcuni momenti di tensione e un'auto è stata bruciata vicino a Union Square.  Alle contestazioni sta partecipando anche la figlia 25enne del sindaco della Grande Mela, Chiara De Blasio, che è stata posta in stato di fermo sabato sera in una protesta a Manhattan.  La giovane è finita in manette dopo che la polizia ha dichiarato illegale un assembramento tra la 12ma strada e Broadway, dove erano scoppiati alcuni tafferugli ed erano state bruciate auto delle forze di sicurezza.

In molte città polizia solidarizza coi manifestanti

Nel frattempo, mentre crescono le tensioni tra le forze dell'ordine e manifestanti per la morte di George Floyd, alcuni dirigenti di polizia e agenti si sono uniti ai dimostranti in segno di solidarietà. A volte chinandosi su un ginocchio – un atto di protesta popolare nel mondo sportivo americano per denunciare le iniquità razziali – come hanno fatto due agenti nel Queens, a New York, rimanendo in cerchio mentre venivano letti i nomi di altri afroamericani uccisi dalla polizia, come Trayvon Martin e Philando Castile. In Michigan lo sceriffo della contea di Genesee Chris Swanson ha marciato con i dimostranti, come pure il capo della polizia di Norfolk, in Virginia. In ginocchio anche alcuni agenti al Lafayette park nella capitale, davanti alla Casa Bianca, a Miami e a Santa Cruz. Tutti episodi circolati sui social e diventati virali.

USA: picchiati anche i giornalisti che documentano le proteste

Nel frattempo la repressione della polizia continua a non risparmiare neppure i giornalisti: due membri di una troupe televisiva di Reuters sono stati colpiti da proiettili di gomma e la macchina fotografica di un reporter è stata distrutta a Minneapolis ieri notte, mentre gli attacchi contro i cronisti che coprono il conflitto nelle città degli Stati Uniti si intensificano. Il video del cameraman Julio-Cesar Chavez mostra un ufficiale di polizia che lo prende direttamente di mira mentre gli agenti sparano proiettili di gomma, spray al pepe e gas lacrimogeni per disperdere circa 500 manifestanti nel sud-ovest della città. Un corrispondente della CNN e il suo team sono stati tratti in arresto in diretta televisiva e mentre i manifestanti e polizia si stavano scontrando.

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