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Genocidio, nuova accusa per il leader serbo Karadzic

La Corte d’Appello del Tribunale penale internazionale dell’Aja, accogliendo la richiesta del procuratore generale, ha reintrodotto l’accusa di genocidio per Radovan Karadzic, ex leader politico dei serbi in Bosnia precedentemente assolto.
A cura di Susanna Picone
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La Corte d’Appello del Tribunale penale internazionale dell’Aja (Tpi) ha ribaltato il verdetto relativo alla posizione di Radovan Karadzic, l’ex leader politico dei serbi di Bosnia. L’Aja ha annullato l’assoluzione in primo grado di Karadzic dall’accusa di genocidio per le stragi in Bosnia-Erzegovina. L’imputato era presente alla lettura del dispositivo: dopo questa decisione, l’ex leader bosniaco oggi 68enne dovrà rispondere di 11 capi d’imputazione per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità perpetrati negli anni ’90.

La sentenza è arrivata proprio nel diciottesimo anniversario della strage di Srebrenica del 1995 quando furono trucidati 8000 musulmani. Decine di migliaia di persone si sono riunite in Bosnia per la sepoltura di 409 vittime trovate nelle fosse comuni e recentemente identificate. Karadzic – leader ideologico del movimento serbo in Bosnia – era stato in un primo tempo prosciolto per il genocidio dei musulmani e dei croati avvenuto nel 1992. Fu catturato nel 2008 dopo 12 anni di latitanza.

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