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Guerra in Ucraina

Generale Bertolini su fuga di notizie Usa: “Per la guerra in Ucraina vale solo ciò che succede sul campo”

L’intervista di Fanpage.it al Generale Marco Bertolini sulle possibili conseguenze sul piano militare in Ucraina della fuga di notizie dal Pentagono: “Bisogna capirne la natura, ma credo che se fosse tutto vero sarebbe un errore marchiano. Tuttavia, conferma che la guerra che si sta combattendo è una guerra nella quale gli Usa sono coinvolti. Ma bisogna osservare quello che avviene sul campo di battaglia”.
Intervista a Marco Bertolini
Generale italiano in ausiliaria ed ex comandante del Comando operativo di vertice interforze.
A cura di Ida Artiaco
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Soldati ucraina scaricano una cassa di armi.
Soldati ucraina scaricano una cassa di armi.
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"Non si può escludere nulla, ma mi sembra strano che documenti classificati siano usciti così facilmente. È un errore marchiano. Ciò che conta, per quanto riguarda la guerra in Ucraina, è quello che succede sul campo: a Bakhmut in particolare le truppe russe stanno avanzando in maniera lenta e sistematica e la situazione non si sbloccherà ancora per un po', a meno che gli ucraini non decidano di avviare la famosa controffensiva di primavera o di ritirarsi".

Così Marco Bertolini, Generale italiano in ausiliaria ed ex comandante del Comando operativo di vertice interforze, ha spiegato a Fanpage.it quali possono essere le conseguenze della pubblicazione online di documenti segreti del Pentagono sugli sviluppi della guerra in Ucraina: in alcune delle carte top secret, infatti, ci sono chiari riferimenti al conflitto tra Mosca e Kiev e esprimono il pessimismo dell'amministrazione Usa sulla riuscita della controffensiva ucraina di primavera.

Il Generale Marco Bertolini
Il Generale Marco Bertolini

Generale Bertolini, secondo lei dal punto di vista militare quanto la fuga di notizie del Pentagono ha influenzato le operazioni sul campo, in particolare l'attesa controffensiva ucraina di primavera?

"Prima di tutto bisogna capire la natura di questa fuga di notizie, non sarebbe la prima volta che succede che vengano diffuse informazioni credibili, mischiando cioè cose vere e cose false, per ottenere un certo risultato. A conti fatti, se facciamo attenzione, questo leak sta agitando molto i media e le opinioni pubbliche, però è tutto lì. Se effettivamente fossero informazioni sensibili verrebbero utilizzate dalle parti in causa, invece vedo che se ne discute soprattutto a livello dei media. Ma non si può escludere nulla. Dico solo che se mi sembra una situazione strana, anche perché i documenti classificati sono materiale che scotta in tutti i Paesi e ciò vale soprattutto per gli Usa che sono impegnati in questa guerra. Sarebbe un errore marchiano".

Tanto rumore per nulla, dunque?

"Per adesso questa è la realtà. Sul campo non sta succedendo niente di diverso da prima. Quello che possiamo dire è che un effetto potrebbe averlo ottenuto questa asserita fuga di notizie: il fatto, cioè, che si comincia chiaramente a parlare di questa impossibilità da parte di Kiev di fare la controffensiva di primavera e la necessità di rimandarla. Potrebbe anche essere un modo per giustificare agli occhi dell'opinione pubblica la necessità di posticipare l'offensiva che è attesa com il Festival di Sanremo.

Effettivamente altro non vedrei. Entrando nel merito dei contenuti di questi documenti, mi pare non ci sia nulla di sostanziale, come la posizione delle unità o la composizione delle stesse. Io credo che siano informazioni che le due parti hanno senza aver bisogno di fughe di notizie del genere. C'è il discorso della conta dei caduti, decisamente sottostimata rispetto alle anticipazioni date anche da fonti autorevoli. Questa notizia potrebbe essere parzialmente vera per dare credibilità all'insieme di documenti, ma non credo che sia importante. Tuttavia, conferma che la guerra che si sta combattendo in Ucraina è una guerra alla quale gli Usa partecipano se non altro in modo indiretto e nella quale anche loro sono coinvolti".

Lei ha detto che bisogna osservare soprattutto quello che avviene sul campo di battaglia. Al momento, dunque, quale è la situazione? Ci sarà questa attesa controffensiva?

"L'offensiva russa è in corso. A Bakhmut, che è il fronte più caldo, i russi continuano ad andare avanti in maniera molto lenta e sistematica ma buona parte della città è stata presa. C'è ancora solo una strada che conduce a Bakhmut che però è sotto il tiro dell'artiglieria russa e potrebbe a breve essere sotto il loro controllo. A quel punto le unità ucraine sarebbero completamente isolate.

Bakhmut è importante perché, così come ha detto Zelensky, una volta superata i russi potrebbero spingersi più in profondità senza incontrare grandi resistenze. E poi sta assumendo anche un significato psicologico, perché ci sono forti perdite ed è al centro dell'attenzione mediatica universale, tutti seguono quello che sta succedendo con grande attenzione come se fosse la battaglia di Stalingrado, e in parte lo è.

Il fondatore del gruppo Wagner, Evgeny Prigozhin, stima che in qualche settimana Bakhmut possa cadere, ma a prescindere dal fatto che possa o meno capitolare, è interessante il fatto che Prigozhin, che rivendica di essere il protagonista di questa battaglia, parla di settimane. Il che vuol dire che non ci dovremmo aspettare una caduta da un momento all'altro, a meno che gli ucraini non decidano di ritirarsi. Altrimenti le cose andranno avanti così ancora per un po' di tempo".

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