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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Gaza, verso cessate il fuoco a marzo, Biden: “Siamo vicini, spero accordo su ostaggi entro lunedì”

“La mia speranza è che ci sia un cessate il fuoco a Gza entro lunedì prossimo, siamo vicini” ha detto il Presidente Usa, Joe Biden, che sta seguendo da vicino i colloqui in corso tra Israele ed Hamas con la mediazione proprio di Usa oltre che di Egitto e Qatar. Israele accetterebbe di liberare circa 400 prigionieri palestinesi in cambio di 40 ostaggi.
A cura di Antonio Palma
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La possibilità di un cessate il fuoco temporaneo a Gaza si fa sempre più concreta. A confermarlo sono le parole piene di speranza del Presidente Usa, Joe Biden, che sta seguendo da vicino i colloqui in corso tra Israele ed Hamas con la mediazione proprio di Usa oltre che di Egitto e Qatar. Un accordo di tregua che preveda anche uno scambio di prigionieri sarebbe dietro l’angolo e il via libera potrebbe arrivare a giorni, entro i primi di marzo.

"La mia speranza è che ci sia un cessate il fuoco entro lunedì prossimo, il mio consigliere per la sicurezza nazionale mi dice che siamo vicini" ha detto infatti Joe Biden nelle scorse ore durante un evento elettorale a New York. Lo stesso numero uno della Casa Bianca ha affermato che Israele sarebbe disposto a fermare i combattimenti a Gaza durante il prossimo mese di digiuno musulmano del Ramadan, che inizierà prorpio intorno al 10 marzo, se verrà raggiunto un accordo per liberare alcuni degli ostaggi tenuti dai militanti.

"Il Ramadan si avvicina e c'è stata una conferma da parte degli israeliani che non si sarebbero impegnati in attività militari durante il Ramadan, per dare il tempo di liberare tutti gli ostaggi", ha spiegato Biden. La richiesta di tregua durante il ramadan era stata avanzata nelle scorse ore da tutti i Paesi arabi della zona avvertendo di una possibile estensione del conflitto.

Secondo i media arabi ed israeliani, la bozza di accordo di tregua a Gaza sarebbe già in fase molto avanzata anche se, come ha confermato Biden, “Siamo vicini ma non abbiamo ancora finito”. Già durante il fine settimana scorso il gabinetto di guerra israeliano ha approvato i termini generali un accordo per sospendere i combattimenti per diverse settimane in cambio del rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza.

Secondo le indiscrezioni, Israele accetterebbe di liberare circa 400 prigionieri palestinesi che scontano condanne per crimini legati al terrorismo, in cambio di 40 donne e anziani israeliani in ostaggio. Inoltre Israele avrebbe acconsentito di sospendere i suoi voli sulla Striscia di Gaza, compresi i voli di raccolta di informazioni, per otto ore al giorno.

Una pausa nei combattimenti consentirebbe anche a centinaia di camion di portare aiuti umanitari a Gaza dove, secondo il ministero della sanità guidato da Hamas, sono state uccise quasi 30mila persone e dove malattie e fame stano stringendo in una morsa gran parte della popolazione.

Nonostante le speranze siano quelle di una pace lunga e duratura, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu però ha già avvertito che qualsiasi accordo di tregua ritarderebbe e non impedirebbe un’invasione di terra di Rafah, nell’estremo sud della Striscia di Gaza. Lunedì l'ufficio di Netanyahu ha detto che l'esercito ha mostrato al gabinetto di guerra israeliano il suo piano per l'evacuazione dei civili da Rafah per un attacco militare su larga scala.

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