Gaza, raid israeliano su campo profughi: almeno 11 vittime. Ancora un neonato morto di freddo
Sarebbero almeno undici le vittime e altri quindici i feriti nell'attacco aereo lanciato nella notte da Israele. Il raid, secondo quanto riportato dai media locali, ha colpito la zona umanitaria di al-Mawasi, a sud della Striscia di Gaza.
A finire nel mirino dell'attacco dell'Idf la tendopoli che ospita le tante famiglie di sfollati palestinesi, costretti a lasciare le loro case e a trasferirvisi a seguito degli ordini di evacuazione di Tel Aviv.
Non è la prima volta che la zona umanitaria di al-Mawasi viene colpita dai raid israeliani. Era già successo a luglio, nell'attacco che ha causato la morte di circa un centinaio di civili palestinesi, e ancora a settembre.
Tra le vittime del raid di questa notte ci sarebbero diverse donne e e tre bambini. Non solo, le squadre della protezione civile giunte sul luogo dell'attacco hanno confermato che tra i morti ci sarebbe anche il capo della polizia di Gaza, il generale Mahmoud Salah, e il suo assistente, il generale di brigataHussam Mustafa Shawan.
Intanto sale a sette il bilancio dei neonati morti di freddo nella Striscia. Un altro bambino infatti, ha perso la vita per ipotermia: è il settimo in poco più di una settimana.
A riferirlo è stato il direttore degli ospedali da campo del ministero della Salute, il quale ad Al Jazeera ha spiegato che non ci sono abbastanza coperte o vestiti caldi per proteggere le centinaia di migliaia di sfollati che vivono nelle tende.
Le basse temperature e la mancanza di cibo, acqua, forniture mediche ed elettricità sta rendendo sempre più impossibile la vita dei migliaia profughi palestinesi nella Striscia. Molte tende inoltre, sono rimaste allagate a causa delle forti piogge torrenziali che hanno colpito l'area.
Le condizioni meteorologiche avverse, unite alla malnutrizione, rappresentano un pericolo soprattutto per i neonati, che perdono rapidamente calore non avendo a disposizione adeguate forniture per proteggersi dal freddo.
Il leader di Hezbollah: "Resistenza ha ripreso salute e continua"
Il leader del organizzazione paramilitare libanese Hezbollah, Naim Qassem, ha assicurato che dall'entrata in vigore del cessate il fuoco con Israele in Libano, il gruppo "ha ripreso salute" ed è diventato più forte.
"La resistenza continua e ha ripreso salute. Ha una fede profondamente radicata", ha dichiarato in un discorso televisivo. Il leader ha aggiunto che i sostenitori di Hezbollah potranno "diventare più forti in futuro".
Secondo Qassem, Israele è stato "smascherato davanti al Paese e il mondo come entità brutale e criminale, con il sostegno criminale americano". Riguardo al cessate il fuoco, ha assicurato che Hezbollah "ha cominciato ad attuarlo", ma che è "lo Stato libanese ad essere responsabile di monitorarlo e mantenerlo" fintantoché l'Idf non avrà lasciato il terrotorio.
Per lo Stato libanese "questa è un'opportunità di dimostrare il proprio valore attraverso l'azione politica", ha proseguito. "Dobbiamo valutare gli eventi accaduti in questa guerra di aggressione, trarre vantaggio dai suoi risultati e sviluppare le nostre azioni con le lezioni apprese", ha aggiunto, definendo la resistenza delle milizie a supporto di Gaza come "leggendaria".