Gaza, raid Israele in campo profughi: 9 morti. Houthi rivendicano attacchi nel Mar Rosso e Mar Arabico
Sono almeno nove le persone che hanno perso la vita nel raio messo a segno oggi, 16 giugno dalle forze israeliane contro un edificio nel campo profughi di al-Bureij, nel centro della Striscia di Gaza. Secondo quanto riportato da Al Jazeera, tra le vittime ci sono cinque bambini.
Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa palestinese Wafa, che cita fonti nella Strisci, gli aerei dell'Idf hanno preso di mira una casa, appartenente alla famiglia al-Khatib nel campo profughi, uccidendo quattro persone, compreso un neonato, e ferendone altre.
Un altro raid ha invece colpito la casa della famiglia an-Najjar provocando l’uccisione di due persone e il ferimento di altre.
Intanto sono salite a 37.337 le persone morte e altre 85.299 quelle rimaste ferite nella Striscia di Gaza dall'inizio del conflitto, il 7 ottobre scorso. Lo ha riferito il ministero della Sanità dell'enclave palestinese controllata da Hamas.
Netanyahu: "Abbiamo un Paese con un esercito e non il contrario"
E non si placa la polemica del governo di Israele con la leadership militare; il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato: "Abbiamo un Paese con un esercito e non un esercito con un Paese". A riportarlo è il canale televisivo "Channel 13", spiegando che le dichiarazioni del premier sono arrivate durante una riunione di gabinetto.
"Per ottenere l'eliminazione di Hamas (il movimento islamista palestinese), ho preso decisioni che non sempre vengono accettate dai vertici militari", ha detto Netanyahu.
In giornata, a seguito dell’annuncio da parte dell’esercito israeliano di una “pausa tattica” quotidiana delle operazioni militari lungo una strada nel sud di Gaza per consentire l’ingresso di più aiuti umanitari, l’ufficio del numero uno israeliano aveva fatto sapere che lo stesso premier aveva detto al suo segretario militare che ciò era "inaccettabile".
Houthi rivendicano altri attacchi nel Mar Rosso e Mar Arabico
Intanto gli Houthi hanno rivendicato altri contro due navi e un cacciatorpediniere USA nel Mar Rosso e Mar Arabico, attraverso il loro portavoce, Yahya Saree, citato dall'agenzia Saba, legata ai ribelli yemeniti, ripresa da media locali.
"La forza missilistica e le forze navali hanno effettuato due operazioni militari nel Mar Rosso. Il primo ha preso di mira un cacciatorpediniere americano con una serie di missili balistici, e il secondo ha preso di mira la nave ‘CaptainParis'. L'Aeronautica Militare ha effettuato una terza operazione militare prendendo di mira la nave Happy Condor nel Mar Arabico, con una serie di droni", ha affermato, sottolineando che gli attacchi sono "in risposta ai crimini commessi contro i nostri fratelli nella Striscia di Gaza, e in risposta all'aggressione americano-britannica contro il nostroPaese".