Gaza, muore di freddo un altro neonato. Colpito dall’IDF convoglio del Programma Alimentare Mondiale
Il Programma Alimentare Mondiale (Wfp), l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistenza alimentare, ha denunciato che un suo convoglio è stato colpito il 5 gennaio da spari esplosi dalle forze israeliane nei pressi del checkpoint Wadi Gaza. "Assolutamente inaccettabile: un convoglio del Wfp, chiaramente contrassegnato e con a bordo 8 membri del team, è stato colpito dalle forze israeliane nei pressi di Wadi Gaza, nonostante le autorizzazioni precedenti. Gli operatori umanitari non sono un obiettivo", ha scritto su X Cindy McCain, direttrice dell'agenzia Onu. Nessun membro dello staff è rimasto ferito.
Stando a quanto rivela il World Food Programme il convoglio preso di mira dai militari dell'IDF era composto da tre veicoli e trasportava in tutto otto membri dello staff. Almeno 16 proiettili hanno colpito i mezzi. "Questo evento inaccettabile è solo l'ultimo esempio del complesso e pericoloso ambiente di lavoro in cui operano oggi il Wfp e altre agenzie. Le condizioni di sicurezza a Gaza devono migliorare urgentemente affinché l'assistenza umanitaria salvavita possa continuare. Il WFP esorta tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario, a proteggere le vite dei civili e a consentire un passaggio sicuro degli aiuti umanitari".
Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite è la più grande organizzazione umanitaria al mondo: è impegnata a salvare vite umane in contesti di emergenza e a utilizzare l'assistenza alimentare per costruire un percorso verso la pace, la stabilità e la prosperità per le persone che si stanno riprendendo da conflitti, disastri e dall'impatto dei cambiamenti climatici.
Un altro bambino di un mese morto di freddo a Gaza
Intanto un'altra agenzia dell'Onu – quella per gli affari umanitari – ha riportato la notizia della morte a Gaza di un altro bambino di un mese a causa dell'ipotermia in una zona assediata dall'esercito israeliano. "Questo è l'ottavo bambino morto per il freddo in meno di tre settimane – ha spiegato un portavoce delle Nazioni Unite – e queste morti si potevano evitare, fornendo alle famiglie materiale per proteggere i bambini".
Il piccolo Yousef Ahmad Kalloub aveva 35 giorni. Stando a quanto riferiscono i media palestinesi si trovava nella zona centrale di Gaza. L'ottava piccola vittima si aggiunge agli oltre 45.800 morti, in maggioranza donne e bambini, uccise dai soldati israeliani dal 7 ottobre del 2023. L'ondata di freddo e maltempo ha peggiorato in modo drammatico la situazione nella Striscia per centinaia di migliaia di profughi palestinesi, molti dei quali vivono in accampamenti.
Oltre al freddo, a mettere a rischio la vita dei neonati è la mancanza di cibo che non permette alle madri di allattare i figli. Il caso simbolo è stato quello di Aisha al-Qassas, nata il 28 novembre in piena guerra, e portata all'ospedale di Khan Younis il 19 dicembre per un controllo, visto che appariva denutrita e molto debole. Poche ore dopo, con l'abbassamento repentino della temperatura, Aisha, il cui nome significa "vita", è morta. I genitori hanno raccontato di averla vista diventare un "pezzo di ghiaccio".