Gaza, MSF: “Israele ha attaccato un nostro convoglio con 137 civili: un morto e un ferito”
Non si sono arrestati neppure la scorsa notte i bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza: secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa, almeno 13 persone sono rimaste uccise in un raid a una casa nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia. Inoltre, secondo l'agenzia palestinese, una donna e sua figlia sono state uccise in un bombardamento di una casa a sud-est di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.
L'aviazione dello stato ebraico tuttavia è tornata a prendere di mira anche i sanitari che assistono i gazawi: ieri pomeriggio, infatti, un familiare di un membro dello staff di Medici Senza Frontiere (MSF) è stato ucciso, e un altro è rimasto ferito, in un attacco contro un convoglio dell’organizzazione umanitaria che cercava di evacuare 137 persone intrappolate da una settimana a causa degli scontri intorno all’ospedale di Al Shifa, a Gaza.
Il convoglio di MSF, composto da cinque mezzi con il simbolo dell’organizzazione ben visibile (anche sui tetti), era partito alle 9 del mattino con 137 persone, composte da membri dello staff palestinese di MSF e i loro familiari, tra cui 65 bambini. Il convoglio ha lasciato i locali di MSF (guesthouse, ufficio e clinica situati vicino all'ospedale Al Shifa) per dirigersi verso il sud di Gaza e raggiungere un luogo più sicuro. Dall'11 novembre queste persone erano intrappolate a causa dei combattimenti e da allora MSF ha ripetutamente chiesto una loro evacuazione in sicurezza.
MSF aveva informato di questo trasporto entrambe le parti in conflitto. Il convoglio ha rispettato l'itinerario indicato dall'esercito israeliano e ha raggiunto la strada Salah Al Deen, insieme ad altri civili che cercavano di lasciare la zona. Dopodiché si è diretto verso l'ultimo checkpoint nei pressi di Wadi Gaza, in quel momento sovraffollato a causa dei lunghi controlli sui palestinesi da parte delle forze israeliane. Malgrado le informazioni condivise con le forze armate israeliane, non è stato permesso al convoglio di MSF di attraversare il checkpoint per ore. Durante l’attesa, lo staff di MSF ha sentito degli spari, per paura il convoglio ha deciso di rientrare nella sede di MSF, situata a circa 7 chilometri dal checkpoint.
Sulla via del ritorno, tra le 15.30 e le 16.00, il convoglio è stato attaccato in via Al-Wehda, nei pressi dell'incrocio con via Said Al A'as, vicino all'ufficio di MSF. Due mezzi di MSF sono stati deliberatamente colpiti, uccidendo un familiare di un membro dello staff e ferendone un altro. MSF chiede ancora una volta di consentire con urgenza l'evacuazione del suo staff e di migliaia di altre persone, intrappolate dai combattimenti e che vivono in pessime condizioni nel nord di Gaza.