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Conflitto Israelo-Palestinese

Gaza, ministro israeliano Ben Gvir contro cessate il fuoco: “Stiamo schiacciando Hamas, perché negoziare?”

Il ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben Gvir, si scaglia contro i colloqui per un cessate il fuoco a Gaza: “Stiamo schiacciando Hamas, perché negoziare?”. E suggerisce lo stop agli aiuti umanitari “così entro due settimane saranno in ginocchio”. Lo fa poche ore dopo l’atroce attacco a una scuola dove sarebbero morte oltre un centinaio di persone, che lì stavano cercando rifugio.
A cura di Annalisa Girardi
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"Stiamo schiacciando Hamas. Quindi perché ora dovremmo andare a una conferenza e arrenderci?". Così il ministro della sicurezza nazionale di Israele, l'esponente di estrema destra Itamar Ben Gvir, si scaglia contro i negoziati per un cessate il fuoco a Gaza, con il rilascio degli ostaggi. Non solo, in un'intervista con Radio 103 FM ha anche chiesto di interrompere tutti gli aiuti nella Striscia, dove nelle scorse ore è stata colpita una scuola che stava fungendo da rifugio per gli sfollati, uccidendo decine e decine di persone.

"Se tagliassimo loro il carburante, entro una settimana sarebbero in ginocchio. E se fermiamo i camion degli aiuti, entro due settimane saranno in ginocchio. Allora perché dovremmo fare un accordo, soprattutto un accordo così irresponsabile?", ha detto ancora Ben Gvir, incurante del diritto umanitario internazionale. "Che assurdità, che terribile errore, un disastro enorme. Possiamo ottenere una vittoria totale", ha concluso, ribadendo la sua posizione sui colloqui.

Intanto dagli Stati Uniti Kamala Harris parla di un "orribile massacro" nella scuola di al-Tabin, nella zona sud di Gaza City. I morti sarebbero oltre un centinaio, le Idf – le forze di difesa israeliane – rivendicano di aver ucciso "19 terroristi" della Jihad islamica e di Hamas. "Ancora una volta, sono troppi i civili uccisi", ha ribadito Harris da parte sua, nel corso di un evento elettorale a Phoenix, in Arizona. Come vice presidente, aveva incontrato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, a cui aveva detto che Israele avesse il diritto di "dare la caccia ad Hamas", ma anche "la responsabilità di evitare vittime civili".

Anche nella Cisgiordania occupata si protesta per l'atroce attacco alla scuola e diversi manifestanti sono scesi in piazza a Jenin per denunciare "i crimini dell'occupazione e i massacri in corso", lanciando un appello alla comunità internazionale, perché faccia tutto il possibile per porre immediatamente fine alla guerra.

Ma Israele non accenna a fermare le sue azioni militari. Le Idf hanno ordinato l'evacuazione dall'area di Khan Younis e hanno modificato di nuovo i confini della zona umanitaria: il quartiere di al-Jalaa non ne farà più parte, in quanto l'esercito israeliano ha fatto sapere di volerlo colpire: "A causa di molti atti di terrorismo, dello sfruttamento della zona umanitaria per attività terroristiche e del lancio di razzi contro lo Stato di Israele dal quartiere di al-Jalaa, rimanere in questa zona è diventato pericoloso. Precise fonti di intelligence indicano che Hamas ha incorporato infrastrutture terroristiche nell'area".

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