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Conflitto Israelo-Palestinese

Gaza, il racconto della prigionia di Noa Argamani: “Mai stata nei tunnel, in casa di famiglia benestante”

Il racconto della prigionia a Gaza di Noa Argamani, la 25enne liberata nelle scorse ore dall’esercito israeliano con altri tre ostaggi nella Striscia. La ragazza ha detto ai suoi cari che la casa da cui è stata salvata era quella di una famiglia abbastanza benestante di Gaza e di non essere mai stata in un tunnel di Hamas.
A cura di Antonio Palma
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Noa Argamani, 25 anni
Noa Argamani, 25 anni
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“Sono stata spostata più volte da una casa all’altra, ma non sono mai stata trattenuta nei tunnel di Hamas”, così ha descritto la sua prigionia a Gaza, Noa Argamani, la ragazza liberata nelle scorse ore dall’esercito israeliano con altri tre ostaggi nella Striscia, dove era stata portata dopo il rapimento del 7 ottobre mentre era al festival musicale Nova. La giovane 25enne, liberata insieme al 21enne Almog Meir Jan, al 27enne Andrey Kozlov e al 40enne Shlomi Ziv, è apparsa in discrete condizioni dopo la liberazione mentre abbracciava il padre.

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“Non sento parlare ebraico da così tanto" sono state le prime parole della giovane che ha detto ai suoi cari che la casa da cui è stata salvata dall'Idf era quella di una famiglia benestante di Gaza. Noa Argamani avrebbe riferito che non le lasciavano fare facilmente la doccia, e che non vedeva quasi mai la luce del sole ma le hanno dato sempre da mangiare quando lo chiedeva. Secondo quanto riporta la tv israeliana Channel 12, la giovane avrebbe detto di aver imparato un po’ di arabo dalla famiglia che la teneva in custodia e di aver avuto delle conversazioni con loro in arabo durante le quali le avrebbero detto che era stata fortunata a stare con loro rispetto alla sorte di altri ostaggi.

Tutti e quattro gli ostaggi liberati dall’esercito israeliano comunque sono stati trovati in buone condizioni tanto che, dopo gli esami medici precauzionali in un ospedale israeliano, tutti sono già tornati alle loro case e si sono riuniti alle loro famiglie. Alcuni di loro però hanno riferito di essere stari sottoposti a pressioni psicologiche dai rapitori che li avrebbero costretti a leggere il Corano e studiare le norme islamiche.

Secondo quanto rivelato da Channel 13 in lingua ebraica, Noa Argamani ha detto alla sua famiglia di essere stata tenuta prigioniera insieme a Yossi Sharabi e Itay Svirsky, altri due ostaggi che sono stati uccisi durante la prigionia di Hamas. L'IDF ha successivamente confermato che Sharabi probabilmente è morto durante un attacco aereo su un edificio vicino a dove era detenuto, e Svirsky sarebbe stato assassinato giorni dopo. Argamani ha riferito aver visto un missile colpire l’edificio e per questo si era convinta che sarebbe morta.

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