I difficili giorni del conflitto: le testimonianze da Tel Aviv e Gaza
Mentre si lavora per la tregua, le autorità israeliane ordinano l'evacuazione della zona meridionale della città. E anche in Israele sono ore difficili. Un proiettile di mortaio oggi ha ucciso un altro israeliano, mentre un razzo lanciato verso Gerusalemme ha mancato completamente il bersaglio, ma ha generato il panico tra i passanti. "Il pericolo grosso è al sud, perché è lì che arrivano missili – dice a Fanpage.it David Di Tivoli, imprenditore italiano che vive a Tel Aviv – Io prevedo una escalation di violenza". Di Tivoli è un editore e noto blogger, ed è proprio sulla "guerra mediatica" tra sostenitori della causa israeliana e sostenitori delle ragioni palestinesi vuole esprimersi. Il suo giudizio è molto netto e duro: "Forse la guerra la vinceremo noi, ma la battaglia mediatica è stata vinta da Hamas" perché "sono loro che pubblicano foto di bambini uccisi e a volte non si tratta nemmeno di palestinesi".
Mentre si tratta per una tregua, a Gaza si continua a morire. E anche a Tel Aviv sono ore difficili. Israele ha sospeso i piani per un'invasione di terra, ma intanto "al confine i carri armati israeliani stanno sparando". La testimonianza è di Rosa Schiano, attivista e fotoreporter che si trova lì e sta vivendo i giorni più duri del conflitto dopo l'operazione "Piombo fuso" del 2008. Tanti i bambini negli ospedali di Gaza city, dove Rosa si reca quotidianamente. Il bilancio delle vittime per i continui attacchi è di 116 morti (6 solo stamattina, negli ultimi attacchi aerei) e più di 600 feriti. Numero, purtroppo, sempre in aggiornamento.
"Ci sono droni e caccia in cielo anche stamattina – dice Rosa al telefono con Fanpage.it – Alcune abitazioni sono state coinvolte in questi attacchi, molti bambini sono rimasti uccisi sotto le macerie delle proprie abitazioni". In questo momento, spiega, "non avvertiamo la possibilità di una tregua, ma ci speriamo". Tra le zone più colpite ci sono i campi dei rifugiati. "In questi giorni è stato bombardato continuamente il campo rifugiati più grande di Gaza e un'intera famiglia è morta".