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Gaza, Consiglio di Sicurezza Onu approva risoluzione per aumentare aiuti umanitari. Ma niente tregua

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede di accelerare le consegne di aiuti umanitari ai civili nella Striscia di Gaza, ma non menziona un cessate il fuoco.
A cura di Davide Falcioni
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Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha approvato una risoluzione che chiede di accelerare le consegne di aiuti umanitari ai civili nella Striscia di Gaza, ma non menziona un cessate il fuoco. Il testo – che non include neanche l'originaria frase "urgente sospensione delle ostilità" – è stato approvato con 13 voti favorevoli, mentre Stati Uniti e Russia, che sono entrambi membri permanenti del Consiglio Onu e con diritto di veto, si sono astenuti. Nel testo si chiede alle parti coinvolte nel conflitto di "creare le condizioni per una cessazione delle ostilità sostenibile". Il via libera alla risoluzione, proposta dagli Emirati Arabi Uniti ma emendata più volte, ha seguito giorni di negoziati diplomatici.

Israele: "Continueremo la guerra fino al rilascio degli ostaggi"

"Israele continuerà la guerra fino al rilascio di tutti i rapiti e all'eliminazione di Hamas nella Striscia di Gaza", ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen definendo tuttavia "giusta la decisione del Consiglio di sicurezza che l'Onu garantisca una razionalizzazione nel trasferimento degli aiuti umanitari e assicurarsi che arrivino a destinazione e non ad Hamas". Israele, ha aggiunto, "continuerà ad agire secondo il diritto internazionale, ma rivedrà tutti gli aiuti umanitari a Gaza per ragioni di sicurezza".

USA: "Lavorare a convivenza tra israeliani e palestinesi"

Le modifiche sono state adottate anche per scongiurare uno stop da parte degli Stati Uniti, alleato di riferimento di Israele. "Sappiamo che molto altro deve essere fatto" per affrontare "questa crisi umanitaria. Ma siamo chiari: Hamas non è interessata a una pace durata. Dobbiamo lavorare a un futuro in cui israeliani e palestinesi vivono fianco a fianco", ha dichiarato l'ambasciatrice USA all'Onu Linda Thoms-Greenfield, dicendosi sorpresa e delusa dal fatto che il Consiglio di sicurezza non sia stato in grado di condannare l'attacco di Hamas del 7 ottobre. "Questa risoluzione parla della gravità della crisi", ha aggiunto, sottolineando che "non c'è più tempo da perdere. Dobbiamo lavorare insieme per alleviare questa immensa sofferenza".

A Gaza oltre 20mila morti

Nel frattempo il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza ha raggiunto quota 20.057, mentre i feriti sono almeno 53.320. Ad annunciarlo il ministero della Salute palestinese sui propri profili social. Nelle ultime 48 ore, aggiunge la nota, nella Striscia di Gaza si sono registrate 390 vittime e 734 feriti. La situazione però è destinata a peggiorare ulteriormente. Secondo Oxfam Italia, infatti, "lasciare la popolazione di Gaza senza acqua e cibo è un atto premeditato e costituisce un crimine di guerra del governo israeliano. La catastrofe umanitaria in corso è la prova inconfutabile che gli attacchi di Israele hanno portato al collasso il già fragile sistema alimentare nella Striscia". Paolo Pezzati, portavoce dell'Ong, ha lanciato l'allarme sul rischio di carestia con la prosecuzione del conflitto e del blocco all'ingresso degli aiuti a Gaza. "Il 90% della popolazione, pur salvandosi dagli attacchi, potrebbe morire di fame. Senza un immediato cessate il fuoco e un massiccio ingresso di aiuti, Gaza non potrà che finire nella morsa della carestia", ha avvertito Pezzati. "È inconcepibile che nel 2023 la fame venga usata come arma di guerra contro donne, bambini, neonati, anziani e persone malate. L'orrore provato da ogni madre incapace di nutrire il proprio figlio è l'orrore che tutta Gaza oggi sta vivendo", sottolinea il portavoce.

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