Gaza, attacco israeliano a Beit Lahiya uccide almeno 87 palestinesi: “È stato un massacro”
Un raid aereo israeliano ha ucciso almeno 87 palestinesi, tra cui donne e bambini, a Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. A riferirlo le autorità dell'enclave, che hanno descritto il bombardamento come un "massacro" di civili. Stando a quanto riferito da Al Jazeera l'attacco ha preso di mira un edificio residenziale a più piani, noto come Progetto di Beit Lahiya, intrappolando sotto le macerie decine di persone. I tentativi di soccorso sono stati gravemente ostacolati da un blackout delle comunicazioni e dalle strade ostruite dalle macerie, in una zona in cui è in corso da 16 giorni un assedio militare israeliano che ha causato l'interruzione delle forniture di cibo, acqua, medicinali ed altri beni di prima necessità.
Queste circostanze hanno aggravato un quadro di per sé drammatico. Hossam Abu Safia, direttore dell'ospedale Kamal Adwan di Beit Lahiya, ha affermato che molti dei feriti nell'attacco sono morti a causa della grave mancanza di risorse, forniture mediche e personale specializzato presso la struttura, aggiungendo inoltre che decine di persone risultano disperse sotto le macerie e che non è stato possibile salvarle "a causa della mancanza di risorse e dei raid in corso".
MSF: "Chiediamo a Israele di fermare immediatamente i raid"
La conferma arriva anche da Medici Senza Frontiere: "Mentre il nord della Striscia di Gaza è sotto assedio da oltre 2 settimane, è assolutamente fondamentale garantire la protezione delle poche strutture sanitarie ancora funzionanti. La popolazione deve continuare ad accedere alle cure mediche e ai trattamenti salvavita. Chiediamo alle forze israeliane di fermare immediatamente gli attacchi contro gli ospedali nel nord di Gaza”, afferma Anna Halford, coordinatrice delle emergenze di Msf a Gaza. "Secondo il ministero della sanità e gli operatori sanitari sul campo, le forze israeliane stanno attualmente assediando e prendendo di mira gli ospedali Indonesian, Al-Awda e Kamal Adwan. Più di 350 pazienti s-si legge in una nota- arebbero intrappolati all'interno, tra cui donne incinte e persone che hanno appena subito operazioni chirurgiche. Questi pazienti necessitano di cure mediche continue e non possono uscire".