Gaza, almeno 17 morti in pesanti bombardamenti a Nuseirat. Israele: “Decine di ostaggi ancora vivi”
Almeno 17 persone sono morte e decine sono rimaste ferite nella notte nel campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza, durante pesanti bombardamenti da parte delle forze armate israeliane sul territorio palestinese. Lo riferiscono fonti locali ad Al Jazeera parlando di diverse incursioni aeree israeliane su edifici residenziali. Le stesse fonti affermano che nel primo raid sono morte 10 persone, tra cui donne e bambini e cinque appartenenti alla stessa famiglia. Un'ora dopo, è stata colpita l'abitazione di un'altra famiglia con altre vittime. Due persone invece sono rimaste uccise sulla strada costiera nella zona centro-occidentale di Gaza. Sono decine invece le persone rimaste ferite negli attacchi e che sono ricoverate in gravi condizioni negli ospedali di Gaza, ormai al collasso.
Negoziatore israeliano: "Decine di ostaggi ancora vivi a Gaza"
La zona di Nuseirat e il centro della Striscia di Gaza da giorni ormai sono teatro di violenti bombardamenti israeliani in quanto obiettivo delle operazioni dell’Idf. Qui dieci giorni fa è avvenuta anche la liberazione dei quattro ostaggi rapiti il 7 ottobre da Hamas. Secondo un esperto negoziatore israeliano interpellato dall'Afp, sarebbero ancora decine di ostaggi trattenuti vivi da Hamas a Gaza. "Decine di ostaggi sono vivi con certezza", ha detto il funzionario a condizione di anonimato. "Non possiamo lasciarli lì per molto tempo. Moriranno", ha aggiunto, sottolineando che la stragrande maggioranza di loro è detenuta da Hamas.
Intanto dopo lo scioglimento del gabinetto di guerra israeliano da parte del premier Benjamin Netanyahu e la fine dell’accordo per la coalizione di emergenza, in Israele nuove polemiche sui mancati interventi per evitare l’assalto di Hamas del 7 ottobre nonostante avvertimenti e report che segnalavano un possibile piano di attacco del movimento islamico.
"L'esercito sapeva del piano di Hamas di rapire 250 persone"
Da un nuovo documento, rivelato dall'emittente israeliana Kan, emerge che le forze di difesa israeliane e l'intelligence sapevano del piano e delle intenzioni di Hamas ma non sono mai state prese contromisure. Il documento dell'IDF, distribuito quasi 3 settimane prima del 7 ottobre, descriveva accuratamente il piano di Hamas di invadere il sud di Israele, fino al numero di civili e soldati da catturare e portare a Gaza anche se ovviamente non vi erano date certe.
Il report, distribuito il 19 settembre, descriveva in dettaglio le esercitazioni condotte dalle unità d'elite di Hamas, comprendenti raid a postazioni militari e kibbutz, il rapimento di soldati e civili e il mantenimento degli ostaggi una volta trasferiti nella Striscia di Gaza. Il rapporto però concludeva che lo scenario più estremo era quello di decine di terroristi che violavano il confine in tre punti, un numero molto inferiore alle 3.000 persone stimate che sono entrate in Israele durante l'assalto. Il documento, secondo quanto riferito, è stato portato all'attenzione di almeno alcuni alti funzionari dell'intelligence, ma apparentemente ignorato.