“Gay a morte”, vescovo cattolico denunciato per istigazione alla violenza
È di nuovo bufera sul vescovo cattolico di Coira, Vitus Huonder, dopo le sue recenti affermazioni contro i gay durante un dibattito sul matrimonio e la famiglia di un forum di cattolici tedeschi, a Fulda. Il prelato, non nuovo ad affermazioni anti-gay e dichiaratamente contrario ad ogni rapporto tra persone dello stesso sesso, infatti aveva addirittura citato un versetto della Bibbia che impone la pena di morte per gli omosessuali. “Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna: è cosa abominevole. Chiunque praticherà qualcuna di queste abominazioni, ogni persona che le commetterà, sarà eliminata dal suo popolo” aveva scandito il vescovo della cittadina svizzera del Cantone dei Grigioni alcuni giorni fa sollevando l'indignazione di molti e numerose polemiche. Parole pesantissime perché oltre a ripudiare l'omosessualità sposano apertamente quell'ordine divino che comanda la messa a morte dei gay.
Ora però le affermazioni di Huonder potrebbero approdare presto in un tribunale visto che il vescovo è stato denunciato alle autorità elvetiche da Pink Cross, un'organizzazione che riunisce le associazioni di lesbiche e gay, e da un privato cittadino svizzero residente nel canton San Gallo. In entrambi i casi l'accusa rivolta al vescovo è di incitazione pubblica al crimine o alla violenza, che secondo il Codice penale svizzero può comportare una pena fino a tre anni di carcere. Pink Cross, che non accetta le scuse nel frattempo formulate dall'alto prelato, ha spiegato: "In questo modo la Federazione reagisce alle dichiarazioni omofobe del vescovo, che istiga pubblicamente a un crimine".