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Guerra in Ucraina

Gas, Nato e rapporti con l’UE: quali sono i motivi della crisi tra Russia e Ucraina

La crisi tra Ucraina e Russia non nasce nelle ultime settimane, ma è il risultato di una tensione che dura da otto anni e ha precise cause politiche ed economiche.
A cura di Davide Falcioni
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Quella tra Ucraina e Russia non è una crisi scoppiata nelle ultime settimane, bensì il risultato una una tensione che dura da almeno otto anni: da quella Rivoluzione di Euromaidan del 2014, cioè, culminata con un cambio radicale ai vertici del governo di Kiev, passata nel giro di qualche mese dall'essere una delle capitali più fedeli a Mosca a una delle più ostili. Fin dai tempi dell'Unione Sovietica infatti il Cremlino ha considerato l'Ucraina una delle sue "figlie predilette", il suo "affaccio" verso l'Europa nonché il suo granaio grazie alle immense distese di terreni coltivabili. È anche per questo che la nuova linea di Kiev – con la sua vicinanza all'Occidente – è stata percepita come un tradimento a cui porre in qualche modo rimedio. Dopo Euromaidan Mosca ha invaso la penisola di Crimea e supportato i movimenti separatisti nella regione del Donbass, sostenendo esplicitamente le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Ci sono però anche altri aspetti di cui tener conto per interpretare correttamente la crisi: le pulsioni della Nato ad allargare a est la sua sfera di influenza e la questione energetica: come ricorda l'Ispi dall'Ucraina transita infatti oltre il 37% del gas naturale diretto dalla Russia verso Occidente. Di tutto questo abbiamo parlato con la dottoressa Carolina De Stefano, ricercatrice e docente di storia e politica russa alla Luiss.

Carolina De Stefano
Carolina De Stefano

Dottoressa, quella in atto tra Russia e Ucraina è una crisi di lungo corso. Ci ricorda qual è la sua genesi e quali sono i rapporti storici (degli ultimi anni) tra Mosca e Kiev?
Tra Russia e Ucraina ci sono molte questioni irrisolte fin dal crollo dell'Unione Sovietica. C’è soprattutto uno scontro di visioni: Mosca continua a ritenere che Kiev debba rientrare nella sua sfera di influenza, mentre l’Ucraina ha cercato negli anni di affermare una sua autonomia da Mosca. Nei fatti i due Paesi fino al 2014 hanno avuto un rapporto ambiguo: in sostanza la Russia forniva all'Ucraina energia a basso costo in cambio di una sorta di fedeltà politica incondizionata. Ci sono poi altri aspetti storici e culturali rilevanti: in Ucraina, ad esempio, vivono milioni di famiglie miste russo-ucraine e per l’URSS l’Ucraina era una delle sue repubbliche più importanti.

Poi cosa è successo?
Dopo la caduta del presidente Victor Yanukovich (vicino a Mosca) a seguito di violente manifestazioni di piazza, il nuovo governo è diventato apertamente filo occidentale e antirusso. Mosca ha interpretato la caduta di Yanukovich come un colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti e dell’Unione Europea. Putin ha risposto annettendo la Crimea e supportato militarmente popolazioni russofone nell’est del Paese che hanno dato vita alle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, non riconosciute da nessuno Stato. La crisi attuale, quindi, è figlia di una lunga gestazione e dei conflitti del 2014 tra Kiev e Mosca.

Eromaidan, Kiev, 2014
Eromaidan, Kiev, 2014

L'Ucraina è schiacciata tra UE e Russia. Qual è l'importanza geopolitica di questo Paese?
L'Ucraina ha avuto da sempre un'importanza strategica fondamentale più per la Russia che per l'UE per ragioni storiche, per le risorse che possiede (era il granaio dell'URSS) e perché ha un'importantissima popolazione slava, oltre ad essere l'"affaccio" di Mosca in Europa. Dalla crisi del 2014 tuttavia Kiev ha assunto un'importanza geopolitica molto maggiore per tutti, essendo diventata la capitale simbolo di uno scontro tra Putin e l'Occidente.

Perché la Russia non vuole un allargamento della Nato in Ucraina?
Siamo arrivati al punto cruciale, ma va fatta una premessa. Secondo la posizione ufficiale russa gli americani promisero a Gorbaciov che non avrebbero mai espanso la Nato a est, soprattutto in repubbliche e territori che facevano parte dell'URSS. L'Alleanza Atlantica, dal canto suo, non vuole né può formalizzare un impegno del genere. Quel che è certo, comunque, è che la Nato oggi non ha al momento intenzione di accogliere l'Ucraina, anche per opposizioni al suo interno. Il Cremlino questo lo sa perfettamente: Putin, più che una questione di sicurezza, ne fa soprattutto un punto ideologico, perché considera quell'Alleanza come il "piede" degli Stati Uniti in Europa e il cardine di un’architettura di sicurezza europea che non riconosce alla Russia un diritto a un sfera d’influenza nel continente. È uno scenario da Guerra Fredda, ma è esattamente su questo che oggi è in atto lo scontro.

Mariupol, Donetsk
Mariupol, Donetsk

Qual è l'importanza del gas russo in questa crisi?
Ritengo che le radici storiche e politiche siano quelle principali ma certo, anche il fattore energia ha un peso e potrà giocarlo sempre di più. Gli Stati Uniti sono diventati un Paese esportatore di gas e petrolio e vogliono venderli in Europa, limitando sul lungo periodo la dipendenza del "Vecchio Continente" dalla Russia, come ad esempio attraverso il nuovo gasdotto Nord Stream 2, che passando per il Mar Baltico, trasporta direttamente il gas proveniente dalla Russia in Germania e quindi in Europa occidentale. Mosca, ovviamente, ha l'interesse opposto rispetto agli americani. In mezzo ci sono gli europei, tirati da una parte e dall'altra: se la Russia dovesse decidere di "chiudere i rubinetti", soprattutto nei mesi invernali, per noi sarebbe un serio problema.

Un muro di Kiev
Un muro di Kiev

C'è il rischio reale e concreto di un'escalation militare?
Senza fare allarmismi ma sì, quel rischio esiste. Se scoppierà un conflitto, sarà probabilmente, quantomeno all’inizio, limitato territorialmente e non un tentativo russo di prendere Kiev. Il problema a questo punto è soprattutto che più la crisi si prolunga e più aumentano i rischi di incidenti o di malintesi tra le parti che potrebbero determinare un'escalation: pensiamo a cosa accadrebbe se un drone ucraino colpisse dei soldati nelle repubbliche separatiste o se un aereo militare russo sorvolasse il cielo ucraino.

Quale potrebbe essere un possibile punto di intesa tra le parti?
È difficile dirlo. Il problema è che la questione principale su cui la Russia chiede garanzie è la rinuncia della Nato ad espandersi ad est, ma tale richiesta non può essere e non verrà accolta formalmente dagli occidentali. Russia e USA potrebbero però trovare accordi sulla limitazioni di armamenti e di esercitazioni militari ai confini di cui stanno già discutendo. C’è ancora la possibilità, anche se appare remota, che venga implementato l’accordo di Minsk firmato nel 2014 da Russia, Ucraina, Germania e Francia, che tra le altre cose richiede al governo di Kiev di concedere maggiore autonomia costituzionale alle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. A sua volta, ciò permetterebbe alla Russia di mantenere un controllo indiretto su quei territori e, quindi, anche di limitare la possibilità che un giorno l’Ucraina entri nella Nato.

Altre analisi della dottoressa De Stefano sul sito della school of government della luiss

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