Gas, la contromossa di Putin: nazionalizzata compagnia energetica con azionisti stranieri
Il leader russo, Vladimir Putin, ha firmato un decreto "sull'applicazione di misure economiche speciali nel settore dei combustibili e dell'energia in relazione alle azioni ostili di alcuni Stati stranieri e organizzazioni internazionali". Stando a quanto riferiscono le agenzie russe, il documento ufficiale prevede di fatto la prima nazionalizzazione di una compagnia energetica con azionisti stranieri: la proprietà della Sakhalin Energy diventerà russa e sarà trasferita con effetto immediato a una società costituita dal governo, stabilisce il documento.
Sakhalin Energy è un consorzio impegnato nello sviluppo del progetto Sakhalin-2 per la produzione e l'esportazione di gas e petrolio; attualmente la proprietà appartiene a Gazprom (50% più un'azione), Shell (27,5% meno un'azione) e Mitsui & Co. Ltd (12,5%) e Mitsubishi Corporation (10%). Secondo il decreto, le "misure speciali" vengono introdotte a causa delle azioni degli Stati Uniti e dei Paesi e delle organizzazioni internazionali che vi hanno aderito che violano il diritto internazionale.
Nell'ambito del progetto Sakhalin-2, ricorda Ria Novosti, si stanno sviluppando due giacimenti nel Nord-Est della piattaforma Sakhalin: Piltun-Astokhskoye e Lunskoye. La società anglo-olandese Shell a fine febbraio ha annunciato la decisione di ritirarsi dalle joint-venture con Gazprom e Gazprom Neft, tra cui Sakhalin-2, Yenisei e Salym Petroleum, e anche d'interrompere la partecipazione a Nord Stream-2. Su Telegram, la direttrice dell'emittente Russia Today, Maragrita Simonyan, ha esultato: "La nazionalizzazione è iniziata da Sakhalin".