Gas, il Cremlino: “Impossibile dare tempi di recupero per Nord Stream, Occidente isterico”
"Non è chiaro con chi collaborare per ripristinare il flusso di Nord Stream perché l'Occidente è isterico" sulla vicenda.
Così il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, ha commentato la reazione del mondo occidentale rispetto a quanto successo nei giorni scorsi al gasdotto Nord Stream 1 e 2, che collega la Russia all'Europa, dove si sono verificate tre esplosioni con conseguente fuoriuscita di metano nel cuore del Mar Baltico.
Un evento, questo, che ha inasprito ulteriormente lo scontro tra Mosca da un lato e Occidente dall'altro, con accuse di sabotaggio da entrambe le parti.
Secondo Peskov, il gasdotto Nord Stream può e deve essere riparato, ma i tempi non sono chiari. Ai giornalisti che oggi hanno chiesto al portavoce del Cremlino se ci fosse un lasso di tempo per
iniziare le riparazioni dell'oleodotto, ha risposto: "No, non c'è ancora. Sappiamo solo che dovrebbero essere riparati. Quelle aree devono ancora essere esaminate per capire cosa sta
succedendo lì e per valutare l'entità del disastro", ha detto.
"Non è chiaro su quale cooperazione internazionale possiamo contare in questa situazione, considerando la posizione isterica e antagonista dell'Occidente sul nostro Paese", ha concluso
Peskov, il quale ha infine fatto una battuta anche sulla questione nucleare: "L'uso delle armi nucleari da parte della Russia è possibile solo in accordo con la sua dottrina" sulla deterrenza.
La guardia costiera svedese ha comunque dichiarato oggi di non vedere più alcuna perdita dal gasdotto Nord Stream 1 nel Mar Baltico, mentre è ancora visibile una perdita minore dal Nord Stream 2. "La perdita più grande ora non è più visibile in superficie mentre quella più piccola invece è leggermente aumentata", ha affermato la guardia costiera in un comunicato.
Intanto, per quanto riguarda l'Italia, restano ancora bloccati i flussi di gas per il terzo giorno consecutivo. Non ne arriva al punto d'accesso del Tarvisio. L'Eni sabato aveva annunciato le mancate consegne da parte di Gazprom, che a sua volta ha invocato problemi commerciali di dispacciamento in Austria per giustificare lo stop.
Ma al momento la situazione resta sotto controllo.
Almeno è questo quella che ha fatto intuire il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che ieri a Mezz'ora in più di Lucia Annuziata su Rai3 ha tranquillizzato sul fronte dell'approvvigionamento, spiegando che "bisogna distinguere i timori economici-inflattivi per il costo dai timori sulle quantità di gas. In Italia in questo momento stiamo esportando. Oggi ci sono oltre 40 milioni di metri cubi di gas per gli stoccaggi e tra i 18 e i 20 milioni esportati".
Tra stoccaggi e flussi previsti, a meno di "eventi catastrofici" riguardanti le temperature o ulteriori escalation belliche, l'inverno si può passare, ha aggiunto. Non ha però nascosto che lo sia "a livello di costi". Certo è che l'Italia è pronta a fare una serie di proposte da presentare al prossimo vertice dei capi di Stato e di governo europei di Praga il 6 e 7 ottobre per ridurre il prezzo del gas.