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Gambia, liberato il secondo italiano: 15 giorni in carcere per 2mm di rete

l comandante della “Idra Q” Sandro De Simone era stato arrestato per una rete da pesca ritenuta irregolare. La scorsa settimana era tornato libero Massimo Liberati, dopo aver garantito il pagamento dell’ammenda.
A cura di Biagio Chiariello
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È stato scarcerato Sandro De Simone, capitano del peschereccio Idra Q, finito in carcere in Gambia il 2 marzo scorso. Lo rende noto l'armatore. La liberazione avviene dopo quella del direttore di macchina, Massimo Liberati. I due erano stati fermati per una rete da pesca, trovata sul ponte di coperta il 12 febbraio durante un’ispezione, con le maglie strette 68 millimetri invece di 70, la misura massima consentita dalle autorità dello stato africano. Del rilascio di De Simone si parlava già da qualche giorno, quando che la settima scorsa c’era stata la liberazione di Massimo Liberati, direttore di macchina del peschereccio, arrestato insieme al collega abruzzese.  Dopo una sommaria udienza in tribunale, i due italiani era finiti dietro le sbarre. L'unico che è riuscito a incontrarli è stato il console onorario in Gambia, giovedì  5 marzo. “Non sono in buone condizioni, né fisiche, né mentali”, aveva denunciato all'uscita dal carcere. Sono stati giorni lunghi e difficili in cui i parenti hanno anche temuto per la vita dei due marittimi. "Mio marito rischia di morire, quel posto è come un lager", aveva detto Gianna, la moglie di Sandro De Simone.

Dopo la scarcerazione di Liberati molti erano convinti che il rilascio di De Simone fosse immediato, ma invece è trascorsa un’altra settimana. Le autorità del Gambia avevano stabilito che il Comandante del peschereccio incriminato, in quanto responsabile dell'imbarcazione, restasse in carcere fino all'avvenuto pagamento dell'ammenda. Finisce una altra brutta avventura per il comandante De Simone che era stato sequestrato dai pirati in Somalia e liberato dopo 30 giorni di prigionia. “Rimase sequestrato per un mese, all’epoca, in attesa che dall’Italia la sua compagnia pagasse il riscatto per liberarlo. Ma almeno i pirati somali – aveva raccontato la moglie – gli facevano telefonare a casa due volte alla settimana e alla fine nacque quasi una fratellanza tra di loro, mangiavano insieme, a bordo, il pesce pescato. Questa volta, invece, è buio fitto”.

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