G7: “Non riconosceremo mai referendum farsa, pronti a nuove sanzioni contro la Russia”
"Condanniamo fermamente i falsi referendum che la Russia tenta di utilizzare per creare un pretesto fasullo con cui cambiare lo status del territorio sovrano ucraino, soggetto ad un'aggressione russa tuttora in corso. Queste azioni violano chiaramente la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale e vanno diametralmente contro lo stato di diritto tra le nazioni”: è quanto si legge in una dichiarazione dei leader del G7 che condannano che forza i “referendum farsa” in Ucraina.
Le agenzie di stampa russe hanno annunciato questa mattina l'avvio dei referendum sull'annessione alla Federazione di alcune zone dell'Ucraina. Le votazioni si terranno fino al 27 settembre nelle regioni separatiste filorusse di Donetsk e Lugansk e nelle aree occupate dai russi di Kherson e Zaporizhzhia.
"Questi falsi referendum avviati oggi dalla Russia e dai suoi delegati non hanno alcun effetto legale o legittimità, come dimostrano i metodi di organizzazione frettolosi, che non rispettano in alcun modo le norme democratiche, e la palese intimidazione delle popolazioni locali”, si legge ancora nella dichiarazione del G7.
Referendum – continuano – che “non rappresentano in alcun modo una legittima espressione della volontà del popolo ucraino, che ha costantemente resistito agli sforzi russi di cambiare i confini con la forza”. “Non riconosceremo mai questi referendum che sembrano essere un passo verso l'annessione russa e non riconosceremo mai una presunta annessione se si verificasse”.
Inoltre, continua la dichiarazioni dei leader del G7, “deploriamo i passi deliberati verso una escalation russa, inclusa la mobilitazione parziale dei riservisti e l’irresponsabile ‘retorica nucleare’”.
E il G7 fa sapere che è pronto a imporre nuove sanzioni alla Russia. "Siamo pronti a imporre nuovi costi economici alla Russia, a individui e enti, dentro e fuori la Russia, che stanno dando supporto politico o economico al tentativo illegale della Russia di cambiare lo status del territorio ucraino”, così nel comunicato.
I russi "non comprendono ciò che può accadere loro se verranno in Ucraina", ha detto nel frattempo il presidente Volodymyr Zelensky, che ha incoraggiato i cittadini russi a manifestare in piazza piuttosto che ad andare al fronte. "Temono di essere incarcerati per aver manifestato ma non capiscono cosa può succedere se arrivano in Ucraina. Dovranno sparare agli ucraini e noi dovremo sparare a quella gente", le sue parole in una intervista. Zelensky ha quindi incoraggiato i russi a scendere in strada assicurando che "manifestare è sempre più sicuro che fare la guerra ed è necessario, è così che funziona una democrazia".