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G20, Johnson su emergenza clima: “Umanità rischia estinzione, come il crollo dell’Impero romano”

Il premier britannico Boris Johnson, che domani parteciperà al G20 di Roma ha paragonato l’emergenza climatica al crollo dell’impero romano: “Roma e le sue meravigliose rovine sono un luogo perfetto per il G20: perché ci ricordano che, se non agiamo immediatamente sul clima, una civilizzazione straordinaria come quella dei romani può crollare velocemente ed estinguersi”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il premier britannico Boris Johnson in viaggio verso Roma dove parteciperà al G20, ha rilasciato dall'aereo un'intervista esclusiva a Repubblica.it: "Non c'è assolutamente alcun dubbio che questa sia una realtà che dobbiamo affrontare", ha detto parlando del cambiamento climatico ai giornalisti inglesi e all'unico giornalista italiano, Antonello Guerrera.

Johnson ha affermato di aver fatto pressioni sul presidente cinese, Xi Jinping, sull'uso del carbone da parte del suo Paese durante una telefonata avvenuta questa mattina. "Direi che l'umanità nel suo insieme è sotto di 5-1 all'intervallo", ha detto il premier britannico. "Abbiamo molta strada da fare, ma possiamo farcela. Abbiamo la possibilità di tornare, ma ci vorrà un grande sforzo", ha aggiunto. "Team World ha di fronte un formidabile avversario nel cambiamento climatico", ha detto ancora Johnson.

Gli antichi monumenti di Roma, secondo il premier potrebbero essere visti come "un memento mori per noi", a dimostrazione della rapidità con cui le civiltà possono declinare. "Si è visto con il declino e la caduta dell'impero romano, e temo di dire che è vero oggi che, a meno che non affrontiamo nel modo giusto il cambiamento climatico, potremmo vedere la nostra civiltà, anche il nostro mondo andare indietro".

"Roma e le sue meravigliose rovine sono un luogo perfetto per il G20: perché ci ricordano che, se non agiamo immediatamente sul clima, una civilizzazione straordinaria come quella dei romani può crollare velocemente ed estinguersi", ha detto nell'intervista a la Repubblica, della quale il sito ha pubblicato alcune anticipazioni.

Sempre in volo per il meeting di Roma ha parlato anche delle tensioni con la Francia sulle licenze di pesca nella Manica, dopo la Brexit. "Faremo il necessario per difendere gli interessi britannici", ha dichiarato.

"La Francia è uno dei nostri migliori, più vecchi e vicini alleanti, amici e partner" e "i legami che ci uniscono sono più forti delle attuali turbolenze", ha continuato, spiegando che questo sarà quello che dirà a Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, che ha definito "un amico, che conosco da anni". La Francia lamenta che il Regno Unito conceda troppe poche licenze di pesca ai pescatori francesi per operare nelle acque territoriali britanniche nel post Brexit e ha minacciato di impedire lo scarico delle barche da pesca britanniche nei porti francesi da martedì prossimo e di rafforzare i controlli doganieri se non si troverà una soluzione.

"Siamo preoccupati che si tratti di una violazione dei termini dell'accordo di commercio e cooperazione tra Londra e l'Unione europea firmato dopo la Brexit", ha affermato Boris Johnson, aggiungendo che "saremo pronti a prendere le misure appropriate" se la Francia dovesse attuare le sue minacce.

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