Fumavano uno spinello a Tunisi: arrestati tre italiani, rischiano 6 mesi di carcere
Tre italiani, per l'esattezza napoletani, sono in stato di arresto da una settimana all'interno del carcere di Tunisi. Nei loro confronti l'accusa è quella di aver fatto uso di sostanze stupefacenti, e di averlo fatto in un Paese dove la legislazione in materia è rigidissima: "Erano lì per staccare un po' la spina – spiega la sorella di uno degli uomini -, una rimpatriata fra vecchi amici. La telefonata che ci hanno fatto poco prima di entrare in cella ci ha gelato il sangue. Hanno raccontato di essere stati scoperti dalla polizia mentre fumavano uno spinello nella loro camera d'albergo, era notte. In quel momento è iniziato il nostro incubo. Non è possibile finire in galera e rischiare una lunga detenzione solo per uno spinello". I tre uomini hanno tutti più di 30 anni e si chiamano Salvatore, Gennaro e Sabato. La Farnesina ha garantito che seguirà la vicenda, mentre alcuni familiari dei tre uomini hanno raccontato a Il Mattino: "Confidiamo almeno nell'estradizione in tempi brevi. Se non sarà così – annuncia la moglie di uno degli arrestati – andrò con i miei tre figli piccoli a incatenarmi davanti al Quirinale per chiedere l’attenzione del presidente Napolitano".
"Hanno sbagliato – ammette la sorella di uno dei tre – , però è da una settimana che li tengono in cella, raccontano di non avere nemmeno una sedia e di essere costretti a vivere tra i loro stessi escrementi. Sostengono di avere raramente da mangiare e di non riuscire a ricevere neanche l’acqua quando ne hanno bisogno. Non sappiamo se accade perché c'è il Ramadan o se è sempre così. Temiamo per la loro vita". La legislazione tunisina in merito al possesso di sostanze stupefacenti è molto severa e il semplice possesso di sostanze leggere prevede pene non inferiori a un anno. Per i turisti nella migliore delle ipotesi ci sarebbero sei mesi di reclusione e poi l'espulsione dal paese.