Fukushima, la falla nel reattore nucleare non si può tappare col calcestruzzo
È fallito il tentativo dei tecnici a lavoro sui reattori della centrale nucleare di Fukushima, danneggiata dal terremoto in Giappone che ha causato oltre 15 mila morti. Falliti i tentativi di tappare la falla in una delle armature che proteggono i nuclei radioattivi dei rettori della centrale, in cui 500 operai lavorano isolati dal mondo e destinati a morire per le conseguenze dell'esposizione alle radiazioni. Dalla crepa si riversa acqua contaminata nell'oceano Pacifico e le squadre addette alla sua riparazione non sono riuscite a tapparla con il calcestruzzo.
La falla è lunga 20 centimetri e si è aperta a causa del violento sisma che ha colpito la regione settentrionale del Giappone lo scorso 11 marzo. Il calcestruzzo con cui si è tentato di chiudere il danno non si è asciugato ed è stato trascinato via dall'acqua. Ora i tecnici proveranno a tappare il buco con un polimero capace di assorbire l'acqua e solidificarsi.
Drammatico il ritrovamento avvenuto oggi dei due operai trascinati via dalla furia dello Tsunami mentre erano impiegati a ripristinare il sistema di raffreddamento del reattore numero due di Fukushima. Si tratta di due giovani di 21 e 24 anni, morti per annegamento e ferite multiple causate dall'onda anomala. I cadaveri sono stati decontaminati dalle elevate dosi di radiazioni che hanno assorbito nei pressi dei reattori.
Si tratta della peggiore crisi nucleare di tutti i tempi. Come sostiene un ingegnere italiano, potrebbe essere peggiore di Chernobyl e costringere all'evacuazione di milioni di giapponesi.