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Fuga di gas dal Nord Stream, tre esplosioni nel Mar Baltico: “Potrebbe non funzionare mai più”

Tre esplosioni si sarebbero verificate nel gasdotto Nord Stream che collega la Russia all’Europa, per un totale di quattro falla. Mosca chiede l’intervento dell’Onu e si scaglia contro gli Usa: “Biden dica se sono i responsabili”.
A cura di Ida Artiaco
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Un attacco intenzionale e senza precedenti. Così, il ministro degli Esteri danese, Jeppe Jofod, ha definito le esplosioni che si sono verificate alle linee del gasdotto Nord Stream 1 e 2, l'infrastruttura che collega la Russia all'Europa, che hanno provocato ben 4 perdite di gas al largo dell'isola danese di Bornholm, nel Mar Baltico, e conseguente sversamento di metano.

Due di queste quattro perdite si trovano nella zona economica svedese.

"Dobbiamo tutti essere consapevoli delle nostre infrastrutture cruciali quando si parla di energia e quindi tutti prendiamo misure precauzionali", ha affermato ai microfoni di SkyNews.

Per il capo della diplomazia di Copenaghen, quanto successo conferma ciò che "era chiaro da molto tempo in Danimarca, e ora anche nel resto d'Europa: dobbiamo uscire da qualsiasi dipendenza dall'energia russa, che si tratti di gas, carbone o petrolio, e stiamo lavorando molto duramente per raggiungere tale obiettivo".

L'ipotesi sabotaggio tra le cause delle esplosioni

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Le grandi perdite nel Mar Baltico stanno causando notevoli bolle marine di centinaia di metri in superficie, rendendo per il momento impossibile l'ispezione delle strutture.

L'istituto sismologico norvegese NORSAR, specializzato nel rilevamento di terremoti ed esplosioni nucleari, ha stimato la seconda detonazione come equivalente all'esplosione di 700 chili di tritolo.

Sulla natura delle esplosioni circolano diverse ipotesi: potrebbe trattarsi del colpo di un sommergibile, di un drone marino o ancora di cariche di Tnt. Il dubbio è che si tratti di un sabotaggio e non di un mero incidente.

Secondo i servizi segreti della Germania, i danni al Gasdotto sono irreparabili e potrebbe non funzionare mai più, come riporta il quotidiano Tagesspiegel.

Il rischio, se non vengono riparati rapidamente, è che entri troppa acqua salata e corroda in maniera irreversibile le tubazioni.

La Russia apre inchiesta per terrorismo

Sulla questione è intervenuta anche la Russia. Secondo Pavel Zavalny, responsabile della commissione Energia della Duma russa e presidente Russian Gas Society, non è vero che i danni sono irreversibili, ma è possibile riparare il gasdotto Nord Stream. Tuttavia, ci vorrà del tempo.

Secondo il russo, ci sarebbero due soluzioni per sistemare le falle che sono state rinvenute sui gasdotti Nord Stream 1 e 2 che collegano la Russia all'Europa. In ogni caso, ha messo in chiaro parlando a margine del Sakhalin Oil and Gas 2022 forum, richiederà del tempo: "Non un mese o due ma almeno sei mesi o un anno".

Mosca ha anche aperto un'inchiesta per "terrorismo internazionale" e ha chiesto e ottenuto per venerdì una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu sull'accaduto.

Scambio di accuse tra Mosca e Usa

Cosa che è stata ribadita anche dall'ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov, che ha insistito sulla necessità di un'inchiesta per chiarire i fatti, alludendo chiaramente a responsabilità da parte degli Usa.

"Registriamo i tentativi di alcuni legislatori americani di incolpare la Russia degli incidenti che sono sopravvenuti ai gasdotti NordStream 1 e 2 – ha detto -. Forse hanno una vista migliore dall'alto di Capitol Hill. Ma se questo è il caso devono anche aver visto appena il giorno prima le attività delle navi da guerra americane esattamente sul luogo della rottura dell'infrastruttura russa. O notato droni ed elicotteri che sorvolavano la zona. O osservato le esercitazioni americane subacquee con esplosivi condotte nella stessa zona qualche tempo fa. E poi devono aver ricordato la promessa del presidente Biden di ‘mettere fine' al progetto del Nord Stream 2".

"Da parte nostra – ha concluso – insistiamo sulla necessità di un esame completo e obiettivo delle circostanze degli attacchi senza precedenti agli oleodotti russi. Per discutere di questo problema, la Federazione russa convocherà una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite".

Sulla questione è intervenuta via Telegram anche la portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova, chiamando in causa direttamente il presidente Usa: "Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden deve dire se gli Stati Uniti sono o meno responsabili delle fughe di gas rilevate dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico", ha scritto.

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