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Frattini: basi Italiane disponibili in caso di intervento in Libia

Il ministro degli Esteri Franco Frattini, in un intervento televisivo, ha spiegato che nell’eventualità di un intervento militare internazionale per risolvere la crisi libica, l’Italia potrebbe partecipare direttamente alle azioni militari.
A cura di Cristian Basile
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Mentre in Libia continuano gli scontri violenti, con le truppe leali a colonnello Gheddafi che stanno lanciando diverse controffensive sulle città controllate dai ribelli, la comunità internazionale tenta di trovare una soluzione condivisa per risolvere la crisi libica. Dopo l'nvito alla calma del ministro Maroni agli Stati Uniti, oggi a parlare della Libia, dove ormai la rivolta ha assunto i contorni di una vera e propria guerra civile, è stato il ministro degli Esteri Franco Frattini.

Il ministro Frattini, in collegamento telefonico ad "Uno Mattina", ha spiegato in che modo l'Italia potrebbe essere coinvolta direttamente sul fronte libico nel caso la comunità internazionale decidesse per la chiusura dello spazio aereo libico del paese nordafricano: "E' molto difficile pensare ad aerei militari italiani coinvolti sul terreno libico, ma la nostra lealtà euroatlantica ci fa dire che le basi militari, il supporto logistico, non potremmo negarlo". Frattini ha confermato che ormai ci troviamo di fronte ad una tragedia, una situazione da "guerra civile", auspicando una rapida risoluzione della crisi pur ammenttendo che la guerra in corso "non possiamo fermarla domani, se non facendo la guerra e la guerra non è un videogioco, la guerra è una cosa seria".

La chiusura dello spazio aereo, ha continuato Frattini, "significa che ci sono aerei che sorvolano impedendo ad altri aerei di alzarsi in volo". Poi ha precisato che in questo caso se gli aerei libici dovessero continuare a volare "bisognerebbe sparare, quindi l'unica cosa seria da fare è considerare come oggettivamente paesi come l'Italia possono contribuire" confermando quindi he l'Italia metterà a disposizione le sue basi,"con la condizione che vi sia un quadro di legittimità internazionale, una risoluzione del consiglio di sicurezza Onu, su cui i paesi membri stanno già lavorando e una risoluzione della Nato".

Il ministro infine ha anche annunciato che l'Italia ha avviato "discretamente" i contatti con alcuni membri dell'opposizione libica perchè il nostro paese ha "delle conoscenze migliori di altri, conosciamo bene l'ex ministro della Giustizia libico ora a capo del consiglio di Bengasi per i rapporti dell'Italia con la Libia e conosciamo quella rete di ambasciatori libici che si sono messi al servizio del popolo libico e non del regime. Alcuni di loro stanno esercitando un'azione importante per coagulare un consenso".

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