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Francia, Valls scavalca l’Assemblea nazionale per il Jobs Act

Il premier ha annunciato che il governo ricorrerà per superare le difficoltà che la legge sta incontrando in seconda lettura nella camera bassa del Parlamento alla procedura “49.3”, articolo della costituzione che consente il passaggio senza il voto parlamentare. Proteste dalle opposizioni.
A cura di Redazione
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Il primo ministro francese Manuel Valls torna a forzare sulla riforma del lavoro. Il premier ha annunciato all'Assemblea Nazionale che il governo ricorrerà per superare le difficoltà che la legge sta incontrando in seconda lettura nella camera bassa del Parlamento alla procedura "49.3", articolo della costituzione che consente il passaggio senza il voto parlamentare. Lo stesso procedimento cui era stato fatto ricorso in prima lettura. Valls ha motivato questa decisione parlando di una riforma "nell'interesse generale" e ribandendo la "determinazione del governo ad andare fino in fondo, perché non può consentire ai tatticismi di qualcuno di bloccare il Paese".

Subito si sono scatenate le proteste: i deputati dell'opposizione di destra hanno abbandonato l'aula. Impietriti, invece, i socialisti in dissidenza con il partito, verso i quali Valls si è rivolto dicendo: "Non giocate, abbiamo una responsabilità, e io non sto giocando".

La procedura del "49.3" può essere bloccata attraverso l'approvazione di una mozione di censura contro il governo da parte dei deputati nelle 24 ore successive il ricorso. Se ciò non accade, la riforma viene considerata approvata in seconda lettura e passerà in Senato per la lettura finale. Infine, tornerà in Assemblea Nazionale a fine luglio per diventare definitivamente legge. La possibilità della presentazione della mozione è al vaglio dei socialisti dissidenti, nonostante le scarse probabilità di successo. Escluso, invece, che arrivi da parte del gruppo di destra dei "Repubblicani".

Secondo il leader della CGT Philippe Martinez, la mossa di Valls è "un'ammissione di fallimento". Nel frattempo, nelle strade di Parigi era partito l'ultimo corteo di protesta dei sindacati, in contemporanea con sollevazioni a Rennes, Tolosa, Grenoble, Marsiglia e Bordeaux.

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