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Francia, un uomo sulla croce testimonial di una fiction

Nei giorni in cui il mondo rivendica la libertà di espressione, l’immagine di un crocifisso e lo slogan “Ha dovuto vivere un calvario per andare in onda su Sy-Fy” campeggia su centinaia di manifesti per promuovere la serie tv Helix.
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Il manifesto utilizzato per la campagna promozionale della fiction Helix.
Il manifesto utilizzato per la campagna promozionale della fiction Helix.

Nella terra di Charlie Hebdo e della difesa ad oltranza della libertà di espressione e della laicità dello Stato, un uomo sulla croce è il testimonial per la messa in onda di una fiction televisiva. “Ha dovuto vivere un calvario per andare in onda su Sy-Fy” è lo slogan che campeggia su centinaia di manifesti promozionali della seconda stagione di Helix, serie ancora inedita in Italia, che riporta l’immagine di un crocifisso: chiari i riferimenti a Gesù Cristo ed alla sua passione, utilizzati per destare attenzione nei passanti. Lo slogan statunitense è molto diverso: “Play God, pay the price”, cioè “Gioca a fare Dio, pagane il prezzo” come sono diverse le immagini utilizzate per pubblicizzare il prodotto televisivo. In Francia la fiction va in onda sul canale satellitare Sy-Fy, che fa parte del pacchetto CanalSat.

“Per quanto ho potuto finora vedere, è un manifesto che non c’entra nulla con la storia raccontata nella fiction. – spiega Riccardo Bidoia, esperto di serie tv americane ed autore di sei diversi libri che comprendevano le storie più assurde su Chuck Norris e che qualche anno fa hanno spopolato nel nostro Paese, con 130mila copie vendute – Helix è una serie thriller fantascientifica su una epidemia che scoppia in una stazione scientifica ubicata in un posto remoto, nel mare Artico. Il manifesto mi sembra una chiara operazione di marketing, neppure tanto ben riuscita, visto che il nome della serie è pure scritto in piccolo in basso.”

"Questa campagna pubblicitaria – afferma Gennaro Punzo, giornalista italiano da alcuni anni residente in Francia non può sorprendere in una società in cui tutti, singoli e associazioni, si annoverano il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero. I simboli religiosi, di qualsiasi confessione, diventano spesso oggetto di satira e derisione mentre, allo stesso tempo, vengono banditi nei luoghi pubblici in quanto considerati una minaccia per la libertà di coloro che non professano alcuna fede. Ai miei figli, ad esempio, è stato vietato di indossare al collo un piccolo crocifisso a scuola. Un sentimento antireligioso, già fortemente radicato, che la vicenda dell’attacco alla redazione del settimanale Charlie Hebdo ha acuito in modo esponenziale nelle ultime settimane."

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