Francia, nonostante le proteste, il governo tira dritto e conferma la tassa sui carburanti
Nonostante le durissime manifestazioni di protesta andate in scena nella giornata di ieri, il governo francese non ha alcuna intenzione di fermare i rincari sul carburante. Il ministro della Transizione ecologica, François de Rugy, in un'intervista concessa a Le Parisien, ha dichiarato: “In tema di fiscalità ecologica andiamo avanti sulla traiettoria prevista. Non farlo sarebbe incosciente”. Nessun ripensamento, dunque, stando a quanto spiegato dal rappresentante dell'esecutivo francese, la tassa sul carburante che ha scatenato l'accesissima protesta entrerà in vigore senza modifica alcuna il prossimo 1 gennaio.
La tassa in questione prevede un aumento di 6,5 centesimi per il prezzo del diesel, un aumento che provocherebbe il superamento della cosiddetta soglia psicologica di 1,50 euro al litro. Per la benzina, invece, l'aumento previsto è pari a 2,9 centesimi di euro. Al momento, in Francia la benzina costa 1,53 euro al litro – meno rispetto all'Italia ma allo stesso tempo il prezzo risulta essere tra i più alti d'Europa – e l'aumento stabilito dal governo ha scatenato accesissime proteste perché considerato troppo punitivo dalla maggioranza dei cittadini residenti nella provincia agricola e dal ceto impiegatizio che vive nei centri medio piccoli e ha necessità di usare l'auto per recarsi al lavoro.
La protesta dei "gilet gialli" ha portato in piazza più di 240mila persone e migliaia sono stati i blocchi organizzati in tutto il Paese. Si sono registrati scontri molto accesi e il bilancio registra in tutto una vittima, 409 feriti e 282 arresti. Le proteste comunque non accennano a placarsi e anche nella giornata di oggi sono stati organizzati molti blocchi stradali.