Francia, la poliziotta che lottava per impedire i suicidi si è tolta la vita a 36 anni

Maggy Biskupski, una poliziotta francese diventata il simbolo della lotta contro l’odio per la divisa e che si batteva per evitare i suicidi tra i colleghi, si è tolta la vita a trentasei anni. La poliziotta si è suicidata con l’arma di servizio alla vigilia dell’anniversario degli attentati che il 13 novembre sconvolsero Parigi: l’hanno trovata senza vita nella sua casa. Maggy Biskupski era diventata il simbolo dei “poliziotti in lotta”, associazione nata nel 2016 dopo l'ennesimo agguato a una pattuglia di agenti con le bottiglie molotov, nella banlieue di Parigi. Diventata molto popolare anche sui media – spesso andava in tv proprio per denunciare l’odio e l’intolleranza nei confronti di chi faceva il suo stesso lavoro – di recente la poliziotta era finita nel mirino di un'inchiesta interna per aver divulgato notizie riservate con una delle sue denunce. Aveva anche denunciato di sentirsi circondata dalle pressioni e dalle indagini gerarchiche. È stata aperta un’indagine per chiarire l’esatta dinamica della morte.
Le reazioni della politica – La notizia del suicidio di Maggy Biskupski ha scosso il Paese e tanti leader politici hanno parlato della poliziotta. “Non si poteva non essere d'accordo con lei – così il ministro dell'Interno, Christophe Castanere, manifestando profonda tristezza – per lei esisteva soltanto l'ideale di difendere i poliziotti, il loro onore, i mezzi per lavorare”. “È il simbolo di una polizia che non ce la fa più – ha commentato invece il capo dei Republicains, Laurent Wauquiez – lei tutelava quelli che ci proteggono, noi non siamo riusciti a proteggere lei”. Marine Le Pen ha parlato di questo suicidio come del “terribile simbolo della sofferenza dei poliziotti che lei denunciava instancabilmente”. In Francia nel 2017 sono 51 i poliziotti che si sono tolti la vita, nel 2018 al momento sono 30.